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[533] difesa di luigi settembrini 247


fu ascritto alla dipendenza del Sessa che prima conobbe. Questo avveniva tra il fine di settembre e ’l principio d’ottobre. In marzo 1849 ebbe dal Sessa il diploma della setta, e l’incarico di cercare altra gente e farla ascrivere al circolo. Egli vi fece ascrivere il Vellucci, il Piscopo ed altri ai quali fu dato il diploma. Venuta la Pasqua il Sessa distribuí del danaro, a lui, al Pallotta, ad altri popolani ignoti. «Questo circolo non si è mai riunito malgrado che Sessa sempre diceva di volerlo fare seguire, ed alle volte Sessa, Giordano, ed altri individui che dipendevano dal circolo di costui si riunivano al caffè di Gaetano Errichiello. Dai discorsi fatti da Sessa e Giordano intesi nominare don Michele Pironti, don Michele Persico, Agresti, e Settembrini come membri del comitato centrale; e siccome per quanto essi Sessa e Giordano dicevano che ogni membro del gran comitato potea presedere ad un circolo, io sospettai che ognuno dei detti quattro individui dovesse presedere qualche circolo». Dice che fu arrestato il 14 giugno, e dopo dodici giorni liberato. Verso la metá di luglio fu arrestato un’altra volta ed il 30 agosto imbarcato e mandato in Siracusa, lasciando il suo diploma a Giovanni de Simone che la prima volta gli aveva dato mallevadoria, la seconda lo visitava, gli dava del suo, e danari ed abiti mandatigli dal Sessa. Dimandato a che tendeva la setta, risponde: «Io l’ignoro, ma per quanto Sessa e Giordano dicevano, lo scopo era quello di mantenere la costituzione, che dal governo si voleva rimuovere». Non conosce e non ha veduto mai in compagnia del Sessa o del Giordano né l’Agresti, né il Settembrini, né il Persico: stando una volta in casa Giordano, vide venire un signore con gli occhiali che seppe chiamarsi Pironti. Quattro o cinque mesi dietro ebbe dal Sessa diverse copie d’un proclama stampato con l’incarico di propagarlo tra i componenti del circolo: e il Sessa gli disse che tal proclama era stato composto dal Settembrini. Ei ne diede copia al Vellucci, al Piscopo ed altri.

Si trova una copia del proclama in casa del Vellucci, il quale dice averlo avuto dal Margherita, e da costui aver saputo che l’aveva composto io. È lo stesso proclama presentato dall’Iervolino.

Quanto il Margherita dice del preteso comitato e del proclama, l’aveva udito dire dal Giordano e dal Sessa; i quali se fossero presenti forse direbbero come il Catalano: «Noi abbiamo nominato queste persone per mera millanteria, per dar tuono alla cosa,