Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/270

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mia moglie a comparire nella delegazione per assistere alla dissuggellazione del sacco delle carte. Io chiesi ed ottenni dalla benignitá del commessario, di esser presente anch’io. Legalmente fu aperto il sacco alla presenza del commessario, del cancelliere, e di tre ispettori; i quali tutti con dieci occhi si diedero a leggere ogni stampa, ogni cartolina, ogni letterina ed esemplare dei miei figliuoli; e non trovarono nulla di reo né di sospetto, quantunque avessero letto dalle dieci alle cinque. Intanto la povera moglie mia ammalata e digiuna aspettava e guardava; ed in casa una mia figliuoletta non vedendo la madre, la credeva carcerata, piangeva e n’è stato molti giorni ammalata. Ma dovendosi mostrare di aver fatto qualche cosa, le carte furono divise in due specie: le une dette attendibili, furono descritte in un verbale, richiuse e risuggellate nel sacco: le altre dette inattendibili furono richiuse e risuggellate in un altro sacco, affinché se quei dieci occhi non l’avessero osservato bene, si avesse potuto leggerle con l’aiuto di lenti e di microscopii.

E che cosa sono queste carte attendibili descritte nel verbale? La lettera che scrissi al ministro delle finanze quando offeriva allo stato un terzo del mio soldo, stampata nel giornale del governo: la mia rinunzia all’ufficio di capo ripartimento: la dichiarazione che io scrissi quando rinunziai: la lettera che io scrissi al Bozzelli quando rinunziai al terzo del soldo che mi si voleva dare come pensione: la memoria che presentai alla corte nel mio costituto, e che sta nel processo; le mie posizioni a discolpa, presentate alla corte; una lettera al compilatore del giornale la «Libertá italiana», nella quale protestava che io non aveva mai scritto né scriveva alcun giornale: minute tutte di mia mano. Inoltre venti copie del mio Elogio di Giuseppe Marcarelli; sette volumi delle opere di Vincenzo Gioberti; Poche parole su la Costituzione, opuscolo di Achille Corrado, fratello dell’intendente, Dichiarazione del ministero del 1° marzo 1848; Benedizione di Pio IX all’Italia; ed altre carte simili: infine venti copie della mia difesa. Da queste carte dichiarate attendibili si può giudicare delle altre dette inattendibili. Buona cosa è che la parola attendibile non sia registrata in alcun vocabolario, ed essendo una sozzura del tempo le si possa dare ogni significato.

Intanto l’ispettore Campagna aveva detto al direttore Peccheneda che egli aveva fatto la gran preda, tra le mie carte aveva trovato e preso il manoscritto della difesa. Il direttore lesse il