Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/294

Da Wikisource.
288 appendici [574]


calunniare un uomo che tutta l’Europa ha rispettato e rispetterá, finché sará in onore la sana filosofia ed una vita incorrotta; e che voi da codesti seggi dovete rispettare perché rispettate la scienza e la morale. Seguita a dire, che in casa del principe della Rocca conobbe me e l’Agresti; e per molto tempo provavano di accordo di semplicemente ostacolare le dimostrazioni contro la costituzione.

Io non sono stato mai interrogato se conobbi il Carafa, e come, e dove, e quando. Ora è inutile dire altro: sia pure come ei dice. Ma che cosa era quest’«ostacolare?» Ci opponevamo con parole o con azioni? che cosa si fece, o almeno che cosa si diceva di voler fare? E questa societá per ostacolare era composta solamente del principe della Rocca, dell’Agresti, del Carata e del Settembrini? Chi erano gli altri? perché non li nomina? perché non ne fu dimandato? Egli voleva parlar solamente di noi, ed attribuiva a noi ciò che forse conveniva ad altri.

Egli dice ancora: «Nell’inverno scorso venne dalla Basilicata un prete per nome Maffei, il quale si portò in casa di Settembrini, ove ebbe non so se uno o piú libretti, poiché entrò in un’altra stanza, e solo con Nicola Mignogna, io credo ebbe istruzioni segrete».

Io non so donde il Carata abbia cavato questo prete Maffei, che io non ho mai veduto né conosciuto, e di cui il processo non offre alcuna traccia; il quale forse sará qualche altro scambio di nome. La pretesa venuta di questo prete in mia casa sarebbe renduta». Ma da chi li ebbe? Se vide che li ebbe, dovette veder anche chi glieli dava. Ma di quali libretti intende parlare? Egli vuole affermare che il Maffei ebbe libretti, ma non sa dire se n’ebbe uno o due, e ne adduce la ragione: «poiché entrò in un’altra stanza e solo col Nicola Mignogna». Ma se andò in altra stanza, come egli vide quest’uno o due libretti? Egli stesso vede la stoltezza che ha detto, e per correggersi ne dice una maggiore, «io credo ebbe istruzioni segrete». E queste parole, un non so ed un credo possono costituire un elemento di accusa? La corte liberò subito il Nicola Mignogna, e lo udí come testimone a discarico dato dal Persico, per sapere se il Persico ed il Maffei furono mai in mia casa. Se dunque per questa parte non credette allora al detto del Carafa, io son certo che non vorrá crederlo per quello che mi riguarda.