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e la esplosione che si qualifica col nome di attentato per rovesciare il governo.

Ho io avuto parte in questi fatti?

Il Faucitano nel suo interrogatorio del 23 settembre dice: «Giordano non nominò colui che aveva i cartelli scritti; però da Catalano venni a sapere, che egli aveva fatto il borro del cartello di cui Giordano intendeva parlare; e che fattolo vedere nelle prigioni a Poerio e Settembrini, il primo lo voleva moderato verso il governo, l’altro, cioè Settembrini, intendeva farlo vibrato; ma che egli rifacendolo vi aveva dato del settembriniano e del poeriano: e cosí li aveva fatti affiggere senza nemmeno indicarmi per parte di chi».

Ecco uno dei soliti si dice ed ho inteso, una di quelle solite voci che mi han condotto sino a temere pel capo. Interrogato il Catalano su questo fatto risponde con quella lealtá e schiettezza ch’è tutta sua propria.

«Mentre tutti e tre (Catalano, Florio e Piterá) stavamo scrivendo circa le 23 ore, ci pervenne anche Vellucci, ed animandosi quistione tra me e Piterá su di una frase di detti bigliettini, che Piterá diceva non essere acconcia, io sostenni il contrario, e per mera millanteria, mentre in realtá non ve n’era niente, dissi di averli fatti leggere a Poerio e Settembrini, il primo detenuto in San Francesco, e l’altro in Santa Maria Apparente; anzi per dare piú tuono alla cosa dissi pure che Poerio era sempre transigente, perché aveva fatto togliere alcune parole dal proclama, ma questo è meramente falso, perché tali individui non li conosco affatto».

Signori, siccome ci sono alcune azioni le quali bastano a rivelarci interamente tutta la vita ed i sentimenti di un uomo, cosí ancora nei processi ci sono certi fatti, certi lampi, certe circostanze, le quali bastano esse sole a discoprire la veritá, che spesso negli avvolgimenti giudiziari si nasconde al piú attento e scrupoloso magistrato. Due fatti di questa natura io trovo in questo processo, due fatti opposti ed estremi, ma due fatti che vi svelano tutto il vero, tutto quello che si voleva fare e che si è fatto: la dichiarazione del Catalano, e la dichiarazione di Bernardino Cristiano. Nella prima è la schiettezza della virtú, nell’altra è il cinismo del delitto. Credo di aver detto ogni cosa.

Il Catalano vi dice chiaro che si nominavano alcuni uomini per mera millanteria e per dar tuono alle imposture: il Catalano che tutto poteva sapere, tutto sapeva, e niente ha detto di con-