Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/49

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[329] riflessioni 43


dá è stolto ed empio. Nei registri dell’ergastolo si trova scritto che in venti anni sono morti uccisi mille uomini, e che dal principio del 1848 sino a questo anno 1851 ne sono stati uccisi diciannove. Qual è la cagione di questo fatto innegabile? Questi uomini che sono creduti incorreggibili, udirono anch’essi la parola d’amore e di fratellanza che chiamava i popoli a novella vita, sentirono anch’essi la forza divina del vero che penetra tutti i cuori, sentirono anch’essi di avere una patria, si offersero tutti di andare a morire per lei, e facendo industriosi risparmi sul loro pane di dolore e di lagrime raccolsero sessantotto ducati e diciassette grani e mezzo e l’offersero alla santa causa della guerra italiana (vedi Giornale del Regno del 6 maggio 1848). Disparvero gli odi fra loro, si vergognarono dello stolto amore di provincia, deposero i coltelli, maledissero i passati delitti, si abbracciarono con lagrime, e sperarono di poter meritare un termine alla loro pena. Una speranza fu la vera cagione di questo fatto: questa speranza va ogni giorno diminuendo, eppure l’effetto di quella voce e di quella veritá ancor dura nei loro cuori, e da tre anni ha diminuito grandemente il numero de’ delitti. Or vedete con quali mezzi si correggono gli uomini».

Queste veritá semplici e chiare a tutti, se non sono riconosciute da quei superbi dottori che per acquistare un senso raro hanno guasto o perduto il senso comune, sono però sentite da questi miseri che pur hanno una mente per pensare e meditare su la loro sorte. La natura stessa lor consiglia e comanda il lavoro: onde alcuni, quantunque senza istrumento d’arte, con qualche ferruzzo fanno di bellissimi lavori in legno, in osso, in carta; altri imparano leggere, scrivere, suonar qualche istrumento; la piú parte filano canape: ma la fatica è lunga e dura, il guadagno è poco; onde molti se ne svogliano, ed aman meglio di prestare ad usura, di giocare, di ubriacarsi per dimenticare i dolori che soffrono. Si sentono lacerati dai rimorsi, avviliti dalla miseria, abborriti dagli uomini, oppressi da una pena cieca e senza speranza, certi che il pentimento non gioverebbe, che il tornar buoni non li tornerebbe