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66 parte terza - capitolo xiii [352]


pena gli altri otto anni, ed è nell’ergastolo. Da che io son venuto in questa stanza mi ho fatto fare le scarpe da lui, gli ho dato qualche consiglio per farle bene, l’ho predicato come buon calzolaio, ho mandato a comperargli cuoia e pelli, l’ho persuaso che il lavoro onora l’uomo e lava il delitto, che egli deve perdonare al fratello: ed egli ora di ciabattino è divenuto calzolaio, fa scarpe a tutti i politici, a tutti gl’impiegati dell’ergastolo, ha un po’ di capitale, grande amore alla fatica, e ne vede lieto i frutti, ha perdonato al fratello. Mentre io scrivo queste parole egli mi sta vicino, seduto innanzi al suo bischetto, e tira lo spago: né potrebbe mai immaginare che io scrivo di lui, e della sua bella Lucia.