Pagina:Sino al confine.djvu/100

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Il malato sussultava ogni volta che si apriva l’uscio, ma non insisteva più nella sua folle accusa contro la sorella, e verso sera stava molto meglio: solo nel riaddormentarsi fu ripreso da un breve accesso di terrore.

Francesco ordinò che lo conducessero in campagna, almeno per pochi giorni.

— Andremo alla vigna, — disse la madre, e pianse ricordando la sua ultima villeggiatura.

Gavina e Paska rimasero sole in casa, e Francesco, nei pochi giorni che stette ancora in paese, andò parecchie volte alla vigna e portò le notizie di Luca. Gavina lo riceveva, perchè non poteva farne a meno, ma la sua accoglienza era quasi ostile, e tutta la bontà, la gentilezza, la gaiezza dello studente si frangevano contro il malumore di lei come l’onda azzurra contro lo scoglio.

— Luca ora sta bene, e di nuovo fa buoni propositi, — egli le disse, pochi momenti prima di partire. — Ma.... fino a quando? Bisognerebbe metterlo in una casa di salute: curarlo....

— Egli non acconsentirà mai, — disse Gavina, — e neppure mia madre.

— E lei, che farà?

— Io? Quello che ho fatto sinora.

— Bisogna pensare a cambiar vita!

— Perchè? Io sono contenta della mia vita, e non penso a cambiarla.

Ci pensava, invece: ma l’idea di sposarsi,