Pagina:Sino al confine.djvu/117

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ragazze e di monelli percorrevano le strade, picchiavano alle porte della gente benestante, domandavano il «morto-morto» e stendevano il grembiale entro il quale una serva di buona volontà, o una gentile padrona, versava frutta secche, panini di farina e di sapa, o, per ridere, pomi di terra e segatura.

Per ordine della padrona anche Paska preparava dietro la porta un cestino di mandorle e una scodella per distribuirle, mentre nella strada s’udivano risate infantili, e di tanto in tanto la mano di ferro batteva i suoi pugni sonori.

— Ce lo date il «morto-morto», zia Paska?

— Ora vi dò il vivo-vivo con la scopa, se continuate a picchiare così.

Ella apriva: i ragazzetti scappavano, poi non vedendo la scopa si riavvicinavano col berrettino in mano.

— Alò, alò! presto, zia Pà! Mettete qui, dentro la berretta. E che una scodella sola? E a me no? Alò, un’altra scodella, ne avete tante di mandorle, nel podere!

— Ah, tu lo sai bene, ladruncolo! Ne hai masticata più d’una!

— E che voi, zia Pà, non avete denti per masticarle? Neanche uno?

Più tardi passarono gruppi di paesane, poi i sagrestani della cattedrale che si tiravano addietro un cavallo carico di bisacce, e di tanto in tanto suonavano un campanello. I sagre-