Pagina:Sino al confine.djvu/145

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piva chi era il «mezzo diavolo» a cui egli accennava.

— Non sono una scema, zio! — disse con superbia.

Ma lo zio la sgridò. Fidarsi delle proprie forze, dire «io non peccherò», è uno dei più gravi peccati di presunzione. Anche San Pietro peccò e non era uno scemo.

— Un’altra cosa, poi! C’è il brutto vezzo, ora, di permettere qualsiasi lettura alle donne maritate. E che forse una donna maritata è diversa da una ragazza? In che cosa è diversa? domando io....

Gavina non glielo seppe dire.

— Ebbene, — egli riprese, frugando sempre nelle sue grandi tasche turchine — specialmente nelle grandi città le donne leggono tutto; e questo finisce di compiere l’opera del diavolo. Ti guarderai bene dal seguire l’esempio delle altre donne.

Gavina non era mai stata un’appassionata lettrice di romanzi, e tanto meno desiderava leggerli adesso che credeva di conoscere le emozioni e le passioni colpevoli in essi descritte.

— Ma zio! Che vi salta in mente? Io sarò sempre quella che sono stata finora.

— Lo so! lo so! — egli disse, trionfante. Poi subito s’oscurò in viso. — Ho da dirti una brutta cosa, ma brutta!

Colta da un presentimento Gavina s’alzò e