Pagina:Sino al confine.djvu/163

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mattina è venuto un prete, all’alba; ma era solo.

— Con questo tempo?

— Eh! è un prete giovane, e non ha paura della neve, quello! — disse il vecchio maliziosamente. — È più forte di me. Io sono malandato, ora; non sto molto bene. Allegro sempre, però; venga pure la morte.... è una visita che dobbiamo ricevere.

In quel momento la sposa attraversò la cucina: il vecchio balzò in piedi e le tese la mano ripetendo l’antico ritornello:

Dami sa manu, bellita, bellita....

Ma invece del vestito di seta celeste egli le portava in dono un piccolo portafoglio di pelle gialla adorno di ricami primitivi. Ella capì subito che dentro c’era una lettera di Priamo; esitò quindi, quasi avesse ripugnanza a toccare il dono; infine lo prese e senza aprirlo lo fece vedere alle donne: poi uscì nel cortile, uscì nell’orto e si avanzò fino all’elce, calpestando la neve che si scioglieva. Il sole brillava sul cielo d’un azzurro intenso; dal pergolato cadeva la neve, le cime dei cespugli apparivano umide e brillanti, e il tetto della cucina si era ornato di una collana di stalattiti, quasi per gareggiare di bellezza col paesaggio fantasticamente decorato. L’elce s’era già tutto spogliato della sua veste di gala; e pareva che anche le altre cose intorno si