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Pagina:Sino al confine.djvu/242

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Zio Sorighe indossò il cappotto, e mentre Priamo gli andava dietro, ansante, supplichevole e minaccioso nello stesso tempo, egli aprì la bocca per fare una domanda, ma poi non osò.

— Qualunque cosa succeda, — riprese l’altro — non dite mai a nessuno che avete portato un mio regalo alla sposa. Promettetemelo.... giuratemelo, anzi!

Il vecchio incrociò le braccia sul petto in segno di giuramento; e stava per uscire, quando Priamo gli si avvicinò e lo tenne fermo per il braccio.

— Aspettate! Questo per voi.... prendete! Avrete bisogno di qualche cosa, in città. Prendete, vi dico! — urlò, poichè il vecchio respingeva il denaro che egli gli cacciava entro il pugno.

— Così Dio mi assista, io non voglio.... io non voglio....

— Prendete, o vi bastono!

Zio Sorighe prese i denari e uscì: la luna illuminava il bosco e fra le piante e le roccie ondulavano tenui vaporosità grigiastre che parevano emanate dalla neve. Egli fece alcuni passi, tormentato dal presentimento di ciò che doveva succedere: ritornò indietro e vide Priamo che stava già seduto accanto al fuoco, nero tra il fumo e il bagliore della fiamma.

— Ancora qui, ziu Sorighe?