Pagina:Sino al confine.djvu/260

Da Wikisource.

— 254 —



*


Essi viaggiarono. Gavina vide montagne beni più alte dei suoi monti natii, e conobbe le sere melanconiche e le notti nostalgiche in riva al mare. A poco a poco il passato si allontanò da lei e qualche volta ella sentì la nostalgia del suo paese, di tutto ciò che le era parso piccolo e odioso: come le montagne vedute da lontano ora tutto le appariva coperto da un vapore azzurro.

Ma nel settembre dell’anno seguente, quando tornarono nell’isola, ella si accorse che nulla era mutato. Paska piangeva: Luca arrossì quando la sorella per la prima volta in vita sua lo baciò, ma dopo il primo incontro ricominciò a guardarla con diffidenza ed a sfuggirla.

Gavina però non si offese: guardava i suoi parenti come se li vedesse la prima volta, e le sembrava di vederli finalmente nel loro vero aspetto di povere creature oppresse da un melanconico destino.

Il canonico Sulis trovò che ella aveva i capelli pettinati come usano «le donne di mondo» e tentò di scompigliarglieli.

— Io vorrei sapere una cosa, — le domandò