Pagina:Sino al confine.djvu/311

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La vecchia sollevò il viso, guardò Gavina e canticchiò:

C’era una volta un predicatore.

Il nano rideva, pur con le ciglia ancora bagnate di lagrime. Gavina disse:

— Ma voi, zia, non avete sempre fatto del bene ai più miserabili? Son questi che han bisogno di aiuto, e non i buoni, i felici. Perchè vi ridete di me, adesso?

— Io non ho mai fatto del bene a nessuno; nipote mia! Malanno che li colga tutti, dal primo all’ultimo! Non meritano nulla. Se i mascalzoni vengono a sedersi intorno alla mia porta è perchè non sanno dove meglio andare. Vuoi che vengano intorno alla tua porta? Sarebbe bella davvero, che tua madre, mia cognata, si mettesse a chiacchierare con loro! Ci sarebbe proprio da ridere.

Il nano si batteva le manine sulle ginocchia, piegato da una invincibile ilarità.

— Insomma, — disse Gavina alzandosi, — io non voglio che quella disgraziata parli così.... e tanto meno che creda essa stessa a quel che dice. Voi dovete farmi il piacere d’andarglielo a dire, zia! Ci andrete? Se no ci vado io.

La zia Itria non rispose.

— Vieni con me, ti darò da bere — disse Gavina al nano.

Egli la seguì di nuovo e rimase tutta la mat-