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FILIPPO FORESTI

BERGAMO

TRADUZIONE DI FRANCESCO C.

Dante, per natione fiorentino, theologo et poeta vulgare celeberrimo, fiorì in questi medesimi tempi, uomo da essere veramente tenuto con riverentia et caro da gli suoi cittadini, el quale advenga perché molto tempo stesse confinato di fuora non fusse de facultà molto richo, nientedimeno fu sempre negli studi sollicito. Et essendo confinato dalla patria sua città fiorentina dalla parte dei Neri, così allora chiamata, se ne andò alla città de Parisi per poter fare delle suoe gran virtù in tanto studio experientia: et publicamente in ogni facoltà messe conclusione offerendosi a tutti gli huomeni docti pronto et parato a le disputatione. Et essendo, come è dicto, doctissimo, compose una opera in lingua vulgare preclarissima et quasi sopra alle forze del ingegno humano, ne la quale tracia del Cielo, del Inferno, del Purgatorio et del Limbo et de tutte le cosse create et veramente è piena de theologia et de filosophia, dimonstrando le forze del suo ingegno excellente et divino. Un altro volume excellentissimo simelmente compose, pieno de ogni sapientia et doctrina, intitolato de la Monarchia del mondo.

Ritornando de Francia fu sempre con Federico Re de Ragona et con el Signor Cane de Verona, del quale fu familiarissimo, et con lo aiuto di questi fece molte volte forza di ritornare nella patria, benché non lo potesse ottenere.

Finalmente essendo de ettà de anni 56 mori nella città de Ravenna che fu nel 1321 et in quella fu sepellito.

Dal Supplimento. ediz. 1535.

Dante Alighieri, per natione Fiorentino, theologo, et poeta volgar celeberrimo, fiorì in questi medesimi tempi, huomo da esser veramente tenuto con riverentia, et caro da suoi cittadini; il quale avenga che molto tempo stesse confinato di fuori, et non fosse di facultà molto ricco, nondimeno fu sempre ne gli studi sollecito. Et essendo confinato dalla parte de Neri, così allora chiamata, se ne andò a Parigi per poter far delle sue gran virtù in tanto studio esperienza, et publicamente in ogni facultà mise conclusioni, offerendosi a tutti gli huomiini dotti pronto et parato alle disputationi. Essendo dottissimo, compose una opera, detta Comedia in lingua volgare, preclarissima, et quasi sopra alle forze dell’ingegno humano, nella qual tratta del cielo, et dell’inferno, del purgatorio, et del limbo, et di tutte le cose create, et veramente piena di theologia et di filosofia, dimostrando le forze del suo ingegno eccellente et divino. Ritornando di Francia fu sempre con Federico Re di Aragona, et col Signore Can di Verona, del quale fu famigliarissimo, et con l'aiuto di questi fece molto volte forza di ritornar nella patria, benché non lo potesse ottenere. Finalmente, essendo morte Cane, et esso di età d’anni cinquantasei morì nella città di Ravenna, che fu nel 1331, et in quella fu sepellito.


L’opera del Bergomate fu poi rimaneggiata e ristampata più volte con atrgiunte; e stante qualche varietà di lezione, per quanto piccola, credo non inutile aggiungere anche uno di questi testi, e scelgo quello dell'edizione Supplementum Chronicorum omnes fere historias quae ab orbe condito hactenus gestae sunt, iucunda admodum dicendi brevitate complectens. Opus sane quam utilissimum, et cuisvis conditionis viro pernecessarium: primun quidem a venerando patre Jacobo Philippo Bergomate ordinem Eremitarum professo conscriptum, deinde vero eruditorum quorundam diligentia multis mendis ac superfluis quibusdam rebus diligentissime repurgatum in studiosorum omnium gratiam atque utilitatem. Cui insuper addita est nostrorum temporum brevis quaedam accessio, eorum annorum historias ac res tum privatas tum externas complectens quae ab anno 1500 ad annum 1535 tum hic tum etiam alibi gestae sunt. Parisiis, MDxxxv. Apud Simonem Colineum in vico D. Ioannis Bellovacensis. Cum privilegio. — Il passo dantesco è da c 463 r.]