Pagina:Solerti - Vite di Dante, Petrarca e Boccaccio, 1904.djvu/76

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64 giovanni boccaccio.

g 17. — Spiegazione del sogno della madre di Dante e conclusione. Mostrato è sommariamente qual fosse l’origine e gli studii e la vita e i costumi, e quali sieno l’opre state dello splendido uomo Dante Alighieri, poeta chiarissimo, e con esse alcun’altra cosa, facendo transgressione, secondo che conceduto m’ha Colui che d’ogni grazia è donatore. Ben so che per molti altri meglio e più discretamente si saria potuto mostrare; ma chi fa quel che sa, più non gli è richiesto. Il mio avere scritto come io ho saputo, non toglie il poter dire a un altro, che meglio ciò creda di scrivere che io non ho fatto; anzi forse, se io in parte alcuna ho errato, darò materia altrui di scrivere, per dire il vero, del nostro Dante, ove intìno a qui ninno truovo averlo fatto. Ma la mia fatica ancora non è alla sua fine. Una particella, nel processo premessa di questa operetta, mi resta a dichiarare, cioè il sogno della madre del nostro Poeta, quando in lui era gravida, veduto da lei; del quale io, quanto più brievemente saprò e potrò, intendo di dihvirarmi, e por fine al ragionare. Vide la gentil donna nella sua gravidezza sé a’ pie d’uno altissimo alloro, allato a una chiara fontana partorire un figliuolo, il quale di sopra altra volta narrai, in brieve tempo, pascendosi delle bacche di quello alloro cadenti e delle onde della fontana, divenire un gran pastore e vago molto di quello alloro sotto il quale era; alle quali avere mentre ch’egli si sforzava, le pareva ch’egh cadesse; e subitamente non lui, ma di lui un bellissimo paone le parea vedere. Dalla qual maraviglia la gentil donna commossa. I-lippe, senza vedere di più avanti, il dolce sonno. La divina bontà, la quale ah eterno, siccome presente ogni cosa futura previde, suole da sua propria benignità mossa, qualora la natura sua generale ministra è per producere alcuno inusitato effetto infra’ mortali, di 26. Mostrato è sommariamente qual fosse l’origine e gli studii e la vita et i costumi, e quali sieno 1’ opere state dello splendido uomo Dante Alighieri, poeta chiarissimo, e con esse alcuna altra cosa, facendo transgressioni, secondo che conceduto m’ha Colui che d’ogni grazia è donatore. Ma la mia fatica non è ancora al suo fine venuta, ricordandomi una particella nel processo promessa restare a dichiarare, cioè il sogno della madre del nostro Poeta, quando gravida era in lui, et il significato di quello; nel quale se un pochette mi distendessi, priego pazientemente il solferino i lettori. Dico adunque che la madre del nostro Poeta, essendo gravida di quella gravidezza, della quale esso poi al debito tempo nacque, dormendo le parve nel sonno vedere sé essere appiè d’uno altissimo alloro, allato a una chiara fontana, e quivi partorire un figliuolo, il quale le parea il più pascersi delle bacche che dello alloro cadevano, e bere desiderosamente dell’acqua di quella fontana; e da questo cibo nudrito, le parea che in piccol tempo crescesse e divenisse pastore, e nella vista grandissima vaghezza mostrasse d’ avere

delle frondi di quello alloro, le cui bacche l’aveano nutricato; e sforzandosi