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Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/187

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Prefazione clxxv


prender tabacco nelle chiese della città e archidiocesi di Siviglia; quando, come altri vogliono, Innocenzo X fece rs gennaio 1650 la stessa proibizione perla Basilica Vaticana, alla statua di Pasquino si trovò affissa l’amara interrogazione di Giobbe: Cantra folium, quod vento rapitur, obstendis potentiam tuam, et stipulam siccam persequeris?

E ci fu anche una coda, che, se non è vera, è assai ben trovata.

Il Papa (così raccontano), informato della satira, disse che sarebbe stato lietissimo di conoscerne l’autore, che certo doveva essere uomo di molto ingegno; e il suo desiderio fu soddisfatto, perchè, poco dopo, si trovò che il versetto era stato firmato dal vero autore: Iob. Allora il Papa fece sparger voce che avrebbe concesso un grosso premio al satirico, se si fosse palesato; ma quello, ricordando forse il brutto gioco fatto all’autore della pasquinata contro la sorella di Sisto V, accanto alla firma di Iob, scrisse: gratis, e così il Papa dovette restarsene con la voglia in corpo.

Nel citato Voyage del Guyot de Merville, è detto che questa satira fu fatta perchè Urbano "s’avisa de mettre à ferme le tabac et le papier.„ (Tom. I, pag. 447-48.) Parlando poi della leggerezza con cui più volte i papi fulminarono la scomunica per motivi come quello del prendere “du tabac... dans l’Eglise de St. Pierre,„ il Guyot aggiunge (tom. II, pag. 43): "Le fameux Pasquin parie de l’excommunication d’une maniere fort plaisante. Voici ce qu’il dit:

     Mi pare assai credibile,
Che il fulmine terribile
Della santa scomunica papale
Non possa fare all’uom nò ben né male.„

Quello stesso Pasquino, che il 23 novembre 1044, per la festa del possesso d’Innocenzo X, si era fatto