Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/216

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cciv Prefazione

     E in ogni strato eravi
Impresso un qualche oggetto
O cosa che nel mondo
Gli dette più diletto.
     Dipinta fu trovata
Con tinta assai gagliarda
Una cuffia da donna
In punta a un’alabarda.1
     V’era in un’altra foglia,
Ma questo cancellato,
Scritto con cifre ignote
Il bene dello Stato.
     Polvere, palle e schioppi,
Uccelli, cani e belve,
E un cacciator mitrato
Dipinto tra le selve.2

     In molte foglie poi
V’eran con tratti arditi
Impressi una gran folla
Di Padri Gesuiti.3
     Vi si vedeva ancora.
Ma scancellato affatto.
Con barba e con cappuccio
Di Micara il ritratto.4
     Nel mezzo poi del cuore
(Chi ’l crederebbe, oh Dio?)
Impresso fu trovato:
Caro Pietruccio mio!5
     Dissero allora i fisici:
“Oh corpo del demonio!
Avea lo stesso istinto
Costui di sant’Antonio.„
. . . . . . . . . . . . . .

  1. Allude agli amori che, da monsignore, Leone aveva avuto con la bellissima moglie dello svizzero Pfyffer, comandante delle guardie di Palazzo, Al qual proposito erano stati fatti anche quest’altri versi:

    Passando Della Genga, un forestiero
    Domandò: — Quello è il Santo Padre, è vero?
    E il Capitan de’ Svizzeri che udì,
    Rispose: — Santo, no; ma Padre, sì.

  2. Perchè appassionatissimo per la caccia; onde l’altro noto epigramma:

    Quando il Papa è cacciatore
    I suoi Stati son le selve,
    I ministri sono i cani
    Ed i sudditi le belve.
  3. A cui Leone restituì il funesto monopolio delle scuole del Collegio Romano, le quali, da Clemente XIV in poi, erano state rette da sacerdoti secolari.
  4. Non so a che dissapore tra lui e il cappuccino cardinal Micara alluda. Forse, alla fallita missione del Micara presso il Re di Napoli, per ripristinare l’atto di vassallaggio della Ghinea.
  5. Pietro Fumaroli, suo favorito, “homme de si mauvaise renommée, que nous avons nous même, tout enfant, entendu dire à Della Genga,„ (cioè lo stesso Leone XII), "alors vicaire de Rome, qu’ il avait du l’éloigner de lui à cause de sa vie scandaleuse. Le Pape l’appela près de lui, il devint son confident et son ami. C’était un ancien entrepreneur de travaux publics, qui s’était enrichi dans