Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/217

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Prefazione ccv


Davanti alla sua commedia: L’Innocente in periglio, rappresentata per la prima volta in Roma nell’autunno del 1807, Giovanni Giraud scrive: “Credo inutile riportare, che (al pari, delle altre) soffrì questa ancora qualche vicenda nella Revisione, dopo sei sere di recita, e che la cavalla, sulla quale cavalca il Priore, fu da mano scrupolosa ed erudita, con pronta metamorfosi, fatta divenir cavallo, con più facilità assai che Tiresia non divenne donna.„1

Le parole, che dettero specialmente nel naso allo scrupoloso revisore furono queste (Att. II, sc. 1):

Geltrude. Ma come mai quella povera bestia...

Anacleto, La bestia stava come un principe, quando tre miglia lontano di qui ho cominciato a sentirmi fra le gambe, che la bestia si contorceva. Dissi a Bartolomeo mio servitore, che veniva dietro a piedi: “Cos’ha questa cavalla?„ — “Che cosa volete che abbia,„ mi risponde, “avrà posto male un piede, ed ora pare che zoppichi.„ L’ha presa per la corda, e con un piccolo bastoncello ha cominciato a percuoterla. La cavalla ha fatto al momento come uno strillo, e si è buttata per terra. Cos’è, cosa non è...

Geltrude. Era crepata?

Anacleto. Un aborto me l’ha rapita.

E volle, dopo sei recite, che si sostituisse cavallo a cavalla.

    ses entreprises. A la mort du Pape, il vint en Angleterre faire un commerce do pierres précieuses, dont on ne pouvait expliquer la possession.„ La Rome des Papes etc, par unancien membra de la Constituante Romaine [Luigi Pianciani]; Bàle-London, 1859; vol. II, pag. 382-83. — Cfr. anche il sonetto del Belli: L’Apostoli, 23 novembre 1831.

  1. Opere edite ed inedite del conte Giovanni Giraud; Roma, 1840-42; tom. VII, pag. 9.