Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/278

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cclxvi Prefazione


mi filologi d’Europa, la più acconcia a rappresentare il dialetto romanesco, “finché non sorga su fondamenta scientifiche un sistema di scrittura uniforme per tutti i dialetti italiani.„1

Avrebbe anche potuto, come in realtà ha fatto, abbandonare quasi del tutto codesta ortografia; ma non doveva mai e poi mai alterare tanto spesso la sostanza medesima del dialetto.

Egli usa frequentemente voci e maniere che, se non sono inventate da lui senza nessuna ragione d’analogia, sono però certo di quelle che solo qualche volta, per caso o capriccio, escono di bocca a qualcheduno, e che perciò hanno tanto diritto di appartenere al vero dialetto, quanto i forestieri che passano per una città di appartenere alla vera cittadinanza. Per esempio: antipatico (41) in vece di simpatico (i Romaneschi dicono sì, molto spesso, indeggno per deggno, inzalubbre per salubbre, indifficile per difficile, e simili; ma l’equivoco cade sempre sull’affisso in negativo), per cristallino (53) in vece di pe’ cristallina, bizzocchi (57) per bizzochi, arifacémo (79) in luogo di arifàmo, intradettanto (83) per tratanto o intanto, e parecchie altre.

  1. Schuchardt, nello scritto citato. — Tra coloro che non approvano l’ortografìa del Belli, c’è anche il mio amico Vittorio Imbriani [ahimè, come il Ferretti, perduto così presto egli pure!] il quale se la piglia particolarmente con le doppie consonanti iniziali, e dice che "anche in italiano ci abbiamo queste reduplicazioni delle consonanti iniziali, anche altre lingue le hanno; ma non perchè sono nella pronunzia, s’hanno da indicare nella ortografia, la quale non si propone solo di notare la pronunzia.„ (Appunti Critici; Napoli 1878; pag. 126.) A quest’osservazione io potrei rispondere che non è punto vero ohe l’ortografìa italiana non si sforzi d’indicare il raddoppiamento delle consonanti iniziali; giacché, lasciando da parte gli esempi antichi, spessissimo scriviamo dappoco, sibbene, appiedi, ammodo, e tantissime altre parole di sìmil forma; e anzi, ricordo che una volta lo stesso Imbriani diede dell’asino, o giù di lì, a un povero diavolo che aveva scritto Ce secondo me aveva scritto bene) contradire e contradizione con un d solo. Ma poiché io devo presentar qui ne’ sonetti del Ferretti l’ortografia