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Sonetti del 1830 49

ER GIOCO DER MARRONCINO.1

E cce ggiùcheno2
Roscio, Nino3, Va’-a-mmète4, er Paìno5 e er Giacchetto.6

R. Aó, ttrattanto che ss’appara7 er prete,

Volemo dà ddu’ botte a mmarruncino?
G. A ppagà.
N.   A ggode.8
G.   Come se’ attacchino!9
N. Tirate er fiato a voi.10
G.   Che ddichi? Hai sete?11

R. Eh zitti, buggiaràvve a quanti séte!
Su, aló,12 fammo la conta:13 pe’ dda Nino.14
...Venti. Una, dua, tre... tocca ar Paìno.
Po’ Nino, po’ vièngh’io, po’ tu e Vva’-a-mmète.

P. Er bòccio a mé. De cqui.15 Senza giuchetti,16
N. Senza strucchietti,16
R.   E ttiro pe’ llevà,16
G. No’ ppe’ strucchià...16
V.   Dì, aó, ddove te metti?

G. San guercino.17
V.   Va’ ar zegno.
G.   E nnun sta cqua?
V. Accidentacci a tutti li ggiacchetti!
Quanto se’ fesso!18 er zegno eccolo llà.

G.   Ma cciài19 da capità
Un giorno o ll’antro ggiù ppe’ Bborgo-Novo...
V Mo sta a mmene. – Accusì mmé l’aritrovo.20

  1. Giuoco che si eseguisce da due o più persone con un ciottoletto o altro pezzetto di pietra, il più che si può rotonda, gettandolo ad una certa distanza, e procurando di lanciarvi vicini de’ baiocchi. [Ma il gioco non finisce qui, come si vedrà dal sonetto e dalle note successive. In spagnolo si chiama marro, e marron il ciottolo con cui si eseguisce. In Toscana par che si dica fare a rivoltino; ma manca ai vocabolari, compreso il Rigutini-Fanfani, il quale registra un gioco un po’ somigliante detto del sussi, ma non questo. Per altri riscontri, o varianti, si veda il Pitrè, Giuochi Fanciulleschi; Palermo, 1883; pag. 98.]
  2. [Ci giocano.]
  3. [In romanesco, tutti i nomi personali maschili che prendono la desinenza vezzeggiativa in ino, come Ghetanino, Giuvannino, ecc., possono accorciarsi in Nino, dal quale poi si forma Ninetto e Ninaccio. Nina invece, ordinariamente, è accorciamento di Caterina soltanto.]
  4. [Va’-a-mietere.]
  5. [V. la nota 2 del sonetto: Er guitto ecc., 17 febb. 30.]
  6. [Il valletto, il groom. E deriva dall’inglese jockey, con ravvicinamento però alla giacchetta corta, che si chiama appunto giacchetto.]
  7. [Si para: si mette i paramenti sacri. Pararsi, in questo senso, manca a’ vocabolari comuni, compreso il Rigutini-Fanfani, ma si usa anche in Toscana.]
  8. A godere. [Cioè: “A mangiar poi in comune la vincita.„]
  9. Sei cavilloso.
  10. Sorbite voi l’insulto.
  11. Equivoco di sete (volontà di bere) e siete.
  12. [Dal franc. allons.]
  13. [Facciamo la conta, che a Firenze si dice: “facciamo al tócco,„ cioè a chi tocca d’esser primo, secondo ecc.]
  14. Chi ha il punto al conto, getta il ciottolo, detto bòccio o marrone, e poi vi manda appresso il suo baiocco. — Pe’ dda Nino, cioè: “S’incomincia a contare da Nino.„
  15. Destina il posto donde ciascuno scaglierà la sua moneta vicino al ciottolo.
  16. 16,0 16,1 16,2 16,3 Quattro specie di proteste concomitanti certe esecuzioni, le quali senza quelle formule sarebbero nulle.
  17. Sei ceco?
  18. Spiacevole.
  19. Ci hai.
  20. Altra formula come alla nota 16.