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Sonetti del 1830 55


CAMPO VACCINO.1

1.

     Guarda, Ghitano mia: eh? ddi’, te piasce? —
Che ggrannezza de Ddio! che ffrabbicona! —
Nun è più mmejjo de Piazza Navona? —
Antro! E ccome se chiama? — Er Temp’inpasce.2

     5Senti, Ghitano, t’hai da fà ccapasce
Che, ppe’ sta robba, cqui nun ze cojjona. —
Nun fuss’antro la carcia!3 — Bbuggiarona!
E li mattoni? Sai quante fornasce! —

     E cqua chi cciabbitava, eh sor Grigorio? —
10Eh! ttanta gente: e tutti ricchi, sai?
Figùrete che gguitto arifettorio!4

     Che ppalazzone! nun finisce mai! —
Che? Annava a la salita de Marforio,
Prima ch’er Turco nun je dassi guai!

24 agosto 1830.


  1. [Questa denominazione del Foro Romano, derivata dalla barbara e pur troppo non remota usanza di tenere tra quelle auguste rovine il mercato del bestiame, specialmente del vaccino, fu abolita negli atti pubblici al principio del secolo, e oggi va scomparendo anche dall’uso popolare. Il Belli poi, per un errore assai comune e nato forse dall’affinità di Boario con Vaccino, sotto la denominazione di Campo Vaccino o Foro Romano ci comprendeva anche il Foro Boario, come si vedrà nel secondo di questi quattro sonetti, e meglio ancora in altri due: L’Arco ecc., 4 ott. 31, nota 1; L’innustria, 23 dic. 32, nota 4. Il primo titolo del sonetto presente era: Er zor Grigorio, mannataro de Santo Tòto (di San Teodoro), co’ Ghitano er chìrico novo de li Sacconi rosci, che vanno a vvede l’an- ticajje pe’ Campo Vaccino.]
  2. Templum Pacis. [Ma bisogna avvertire che in romanesco er tempimpasce (il tempo-in-pace) significa: “il me-la-piglio-comoda.„ Cfr. il sonetto che ha questo titolo, 19 febb. 47. E bisogna altresì avvertire che col nome di Templum Pacis venivano erroneamente designati i colossali avanzi della Basilica di Costantino.]
  3. La calce.
  4. Refettorio.