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122 Sonetti del 1831


LI CANCELLETTI.1

     Ma cchi ddiavolo, cristo!, l’ha ttentato
Sto Pontescife nostro bbenedetto
D’annàcce2 a sseguestrà ccór cancelletto
Quella grazzia-de-ddio che Iddio scià3 ddato!

     La sera, armanco,4 doppo avé ssudato,
S’entrava in zanta pace in d’un buscetto5
A bbeve6 co’ l’amichi7 quer goccetto,
E arifiatà8 lo stommico assetato.

     Ne pò ppenzà de ppiù sto Santopadre,9
Pòzzi avé bbene10 li mortacci sui
E cquella santa fr.... de su’ madre?

     Cqui nun ze11 fa ppe’ mmormorà, ffratello:12
Perché sse13 sa cch’er padronaccio è llui:
Ma ccaso lui crepassi,14 addio cancello.15

Terni, 2 ottobre 1831

  1. Leone XII fece porre alle porte delle bettole un cancello, onde per mezzo a quello si spacciasse il vino, ed alcuno non si fermasse dentro a bere. Così tutti beevano per le strade, con non minorazione di scandalo. [Leone XII mori il 10 febbraio 1829: questo sonetto è dunque, dirò così, retrospettivo; ma non è perciò meno bello e meno vero. Cfr. La Rome des Papes etc., par un ancien membre de la Constituante Romaine (Luigi Pianciani); Bâle-London, 1859; vol. II, pag. 333-34]; e Wiseman, Op. cit., pag. 166.]
  2. Andarci.
  3. Ci ha.
  4. [Almanco], Almeno.
  5. Buchetto.
  6. [Bevere], bere.
  7. Con gli amici.
  8. Ristorare.
  9. [Leone XII “rivolse l’animo ardito ed il pensiero ad ogni parte del temporale reggimento, e la vita concitata ed operosa rinfrancò sue forze di guisa, che ebbe lena per uscir di palazzo, visitare ospizi, carceri e monasteri, e quasi moltiplicarsi per bastare a tutto. Avendo fermo nell’animo di mutare lo Stato, riti- randolo, come più potesse, agli ordini ed usi antichi, che reputava eccellenti, venne recando ad atto siffatta deliberazione con perseverante sollecitudine.„ (Farini, Op. cit., vol. I, pag. 21.) E per la smania di fare e disfare, e di mostrarsi severo, riuscì in complesso una brutta e inopportuna caricatura di Sisto V.]
  10. [Possa], possano aver bene..
  11. Si.
  12. [Amico, caro mio, ecc.]
  13. Si.
  14. Nel caso ch’egli crepasse.
  15. Di fatti, Pio VIII, successore di Leone, fece tor via i cancelletti, de’ quali in certi rioni il popolo fece tanti falò.