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Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/446

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134 Sonetti del 1831

ER CULISEO.

1.

     Quest’era pe’ la ggiostra e li fochetti,
Come se fa oggiggiorno da Corèa.1
C’ereno attorno cqui ttutti parchetti,
Lassù er loggiato, e immezzo la pratea.

     Eppoi fatte inzeggnà da mastr’Andrea
Er butteghin de chiave2 e dde bijjetti,
Er caffè pe’ ggelati e llimonea,
E scale, e rrimessini, e ttrabbocchetti.

     Oh, la viacrusce3 l’hanno messa doppo,
Perchè li Santi martiri cqui spesso
C’ebbero da ingozzà ccerto ssciroppo.

     Co’ un po’ de sassi e un po’ de carcia4 e ggesso,
Lassa che jje se dii quarche arittoppo
E un’imbiancata, e ppò sservì anch’adesso.

Terni, 4 ottobre 1831.


  1. Anfiteatro Corèa (annesso al palazzo della famiglia di questo nome) fondato sulle sostruzioni del Mausoleo d’Augusto. [V. i sonetti: La ggiostra ecc., 25 nov. 31; e Li fochetti, 4 apr. 34.]
  2. [Di chiavi.]
  3. [Viacrucis, parola che, come tante altre, manca ancora perfino al Rigutini-Fanfani, quantunque nell’uso di molta parte d’Italia abbia anche un molto frequente significato metaforico. — Sulla viacrucis del Colosseo, si veda la nota 7 del sonetto: Li Croscifissi ecc., 28 mar. 34.]
  4. [Calce.]