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220 Sonetti del 1832

ER BRACCO RINCIUNCIOLITO.1

     Raccontateme un po’, ssor faccia-tosta:
Da che vve vedo de marcià in zaraca,2
Avete armato3 puro4 la lumaca?5
Dite la verità, cquanto ve costa?

     E cch’edè? un scallaletto5 de tommaca?6
O spidiera?5 o ccipolla?5 o ccallarosta?5
Ma abbadate, perchè cquanno se c...,
Sti così pe’ annà ggiù ssò ffatti apposta.

     E a cche vve serve llì cquell’aggnusdeo7
Co ’na catena c’aricorda armanco
Er zettimo o l’ottavo ggiubbileo?8

     St’orloggio in panza e sta saraca ar fianco
Ve dà ll’aria d’un scribb’e ffariseo
Che vvadi a mmette er bollo ar pane bbianco.


Roma, 7 dicembre 1832.

  1. Il birro rincenciolito: che ha migliorato l’assetto esteriore
  2. Salacca: pesce salato, dicesi anche in derisione delle spade o meglio squarcine.
  3. Armare, per “metter su.„
  4. Pure, enziandio.
  5. 5,0 5,1 5,2 5,3 5,4 Tutti nomi derisòri che si dànno a un oriuolo di goffa figura. [Propriamente, la spidiera (da spido, spiedoFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte) è il “girarrosto;„ e la callarosta (calda-a-rosto) è la "bruciata., ]
  6. Tombacco [similoro].
  7. Agnus-dei: piccolo oggetto pensile formato di cera benedetta, e di una mistura in cui si crede entrare per principale parte integrale una terra già bagnata del sangue de’ martiri. Qui sta per “oriuolo„, in senso di cosa antica.
  8. Ogni pio cristiano non ignora i giubilei, o anni santi, ricorrere in oggi a periodi di 25 in 25 anni.