Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
322 | Sonetti del 1832 |
ER CARDINALE BBONA MOMORIA
Su’ Eminenza, pe’ cquanto l’investivo,
Nun vorze damme1 mai ggnisun conforto.
Quello però cche nnun ha ffatto vivo,
Dìmo2 la verità, ll’ha ffatto morto.
E cchi spacciassi mó cch’era cattivo,
Direbbe male e jje farebbe torto;
Perchè, è vvero, er zussidio è un po’ stantivo,
Ma ttratanto sti stracci oggi li porto.
E ppoi c’è stato er moccolo3 e ’r papetto4
Pe’ ddijje5 un tesprofunni6 attorn’attorno
Ar catafarco che ppareva un letto.
Tutti sti lugri7 nun zò mmica un corno:8
E cce vorebbe che Ddio bbenedetto
Se raccojjessi9 un Cardinale ar giorno.
Roma, 6 gennaio 1833
- ↑ Volle darmi.
- ↑ Diciamo.
- ↑ Non si manca mai questa distribuzione di cera agli aderenti del defunto, ed anche per la pompa a chi ne richiede. Stimasi suffragio all’anima del trapassato. Di queste candelette fatto poi un cumulo, si vende, e se ne spende il ritratto in quel che Dio vuole.
- ↑ Lira romana, di cui vedi le note... del Sonetto...
- ↑ Dirgli.
- ↑ De profundis.
- ↑ Lucri.
- ↑ Un nonnulla.
- ↑ Si raccogliesse.