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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/136

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126 Sonetti del 1833


LA VEDOVA DER ZOR GIROLIMO.

     È vvero ch’er marito era un gran-brutto
Vecchio bbavoso, ma ttratanto Ghita1
Pò ddì2 cch’è nnata carzata e vvistita,3
E a sposallo scià ttrovo4 er zu’ costrutto.5

     Eh, mmica ggnente! l’ha llassata in vita
Donna e mmadonna espòtica6 de tutto,
Padrona de godesse7 er lusufrutto
Dell’asso,8 de l’entrata e dde l’usscita.

     Oh, in quant’ar capitale, er morto ha ddetto
Ch’ha da rimane9 in testa a la cratura,10
Che mmo ha ddu’ anni, e ppropio è un bel racchietto.11

     Si12 è ppoi fijjo de lui, vattel’a ppesca.13
Perantro ha la medéma incornatura14
Tutta der zor Girolimo requiesca.

30 novembre 1833.

  1. Margherita.
  2. Può dire.
  3. Di esser nata fortunata.
  4. Ci ha trovato.
  5. Il suo vantaggio.
  6. Dispotica.
  7. Godersi.
  8. Dell’asse.
  9. Rimanere.
  10. Creatura: [figliolo].
  11. Fanciulletto.
  12. Se.
  13. Vattelo a pescare.
  14. La medesima indole di fisionomia.