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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/164

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154 Sonetti del 1834


LE MONICHE.

     Che mme1 parlate a mmé dde vocazzione
E dde voti perpètuvi2 e ssinceri!
Bbisoggnerìa3 ch’Iddio fussi un buffone,
Pe’ ddisdì4 oggi quer che ddisse jjeri.5

     Quann’er Papa ariuprì li monisteri
Che l’aveva serrati Napujjone,6
Quante Moniche annònno7 volentieri
A ffasse riammurà?8 Cquattro bbabbione.9

     Tutte l’antre10 che ppréseno la scorza11
Poch’anni prima, er Papa in ner Convento
Ce le dovette aricaccià ppe’ fforza.

     Tutto questo perchè? Pperch’è un strapazzo12
De volé ddà13 a la donna er giuramento
In quel’età cche nnun capissce un c.....

18 gennaio 1834.

  1. Mi.
  2. Perpetui.
  3. Bisognerebbe.
  4. Per disdire.
  5. [Allude al Crescite et multiplicatimi, et replete terram, che Iddio disse ad Adamo ed Eva.]
  6. Napoleone.
  7. Andarono.
  8. A farsi rimurare.
  9. Vecchione.
  10. Le altre.
  11. Presero l’abito.
  12. [Una stravaganza, una cosa assurda.]
  13. Di voler dare.