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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/165

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Sonetti del 1834 155


LI QUADRINI PUBBRICHI.1

     Ggià sse2 sa, ppe’ nnoi poveri affamati
A sta macchia che cqua3 nnun ce se4 penza;
E cchi aricurre5 a la Bbonifiscenza,6
Sempre se sente a ddì:7 “Sso’8 tterminati.„

     Vedo intanto però ttutti li frati,
Ch’ortre9 la loro bbrava possidenza,
Pe’ inzeppà10 la cantina e la dispenza
Hanno sempre bbon’ordini pagati.11

     Disce: “Quest’è un compenzo de quer tanto,
Che cquanno se levòrno12 li conventi
Monzù Jannette13 je venné14 a l’incanto.„

     E accusì, mmentre er zecolaro15 abbozza,16
Er fratiscello, co’ li su’17 fetenti
Voti de povertà, mmarcia in carrozza.

20 gennaio 1834.

  1. Pubblici.
  2. Si.
  3. A questa macchia qua (intendi: macchia, foresta di ladri).
  4. Non ci si.
  5. Ricorre.
  6. Commissione di beneficenza.
  7. Dire.
  8. Sono.
  9. Che oltre.
  10. Per ricolmare.
  11. Ordini sul pubblico erario.
  12. Si levarono, abolirono.
  13. Monsieur Janet, già Intendente del tesoro imperiale, sotto il dominio di Napoleone.
  14. Gli vendette. Gli, per “loro.„
  15. Il secolare.
  16. Abbozzare: soffrir tacendo.
  17. Co’ suoi.