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200 | Sonetti del 1834 |
ER CURATO E ’R MEDICO.
E ha rraggione er curato. Ar zor dottore,
Je sta bbene de dì cche l’accidente1
Ch’ammazzò cquer prelato su’ crïente
J’è arincressciuto e jj’ha ttrafitto er core.
La cosa va da sé. Ssi2 mmonziggnore
Nun aveva sta su’ presscia fetente,3
Poteva in vita avé ccommodamente
Venti o ttrent’antre4 mmalatie mijjore.
Er discorzo, pe’ un medico, cammina:
Ma un curato è ddiverza;5 e llui vorebbe
Che mmanco6 se trovassi7 mediscina.
Perché, mmettemo8 nun ze dassi9 frebbe10
Da morì, bbona sera Caterina,11
Un curato, per dio, che12 mmaggnerebbe?
18 marzo 1834.
- ↑ Apoplessia.
- ↑ Se.
- ↑ Fetente, aggiunto che si usa ad esprimere qualunque qualità riprovevole.
- ↑ Altre.
- ↑ Intendi come dicesse: “Ma la circostanza di un curato è diversa.„
- ↑ Manco, un senso di “nè manco, nè anche.„
- ↑ Si trovasse.
- ↑ [Mettiamo]: supponiamo.
- ↑ Non si dasse.
- ↑ Febbre.
- ↑ Frase risolutiva di una quistione.
- ↑ Cosa.