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322 Sonetti del 1834


un erudito discorso, scritto a dettatura di quel sommo amore ch’ei nudriva per Roma sua patria, e pieno perciò di lodi per la grandezza di lei, per i banchetti commemorativi, per tutti i presenti, cioè per il più bel fiore di Roma, di cui quasi una metà erano cardinali o monsignori, e finalmente per l’ottimo principe Gregorio XVI, che vi assistette con la sua venerata immagine, ossia col busto modellato dal Tadolini. Ecco per- chè il Belli li chiama boni cristiani. V. Il Natale di Roma, ce- lebrato ecc. (Roma, 1834), dove è il Discorso del Biondi, che fu dato alle stampe a spese dell’Accademia, su proposta del cardinal Zurla. L’Arcadia, propriamente, non prese parte al banchetto, ma gli Archeologi erano la maggior parte, o forse tutti, anche Arcadi.&rbrack:      11 Ahà, vale: "si si, bene bene.„      12 Si grattano. [Vale a dire: Asinus asinum fricat.]      13 Agli indizi dati dall’oste al nostro romanesco pare aver lui associata la notizia che doveva avere di un sonetto del di lui padrone sulla morte di Geronimo nostro, uno della Compagnia de’ Santi-petti, avvenuta nel giorno quindici di aprile 1834, cioè pochi di prima del banchetto genetliaco, del quale si parla. Il sonetto necrologico è il seguente, che noi qui diamo in forma d’illustrazione, con appresso l’aggiunta di alcuni schiarimenti. [S'intende già, che il sonetto è del Belli. Geronimo nostro poi è l'abate Girolamo Amati, grecista e archeologo, morto realmente il 15 aprile 1834, e di cui il Diario di Roma del giorno successivo lodava soprattutto "la costante fede al governo della Santa Sede.„ - A illustrare il settimo e l'ottavo verso, ecco due passi molto opportuni: "Bacia per me nel mezzo l'omerica fronte del mio santissimo Amati.„ Lett. del Perticari al Betti, 29 agosto 1821. ".... quello spirito qualche volta sdegnoso, ma sempre innocente dell'erudi- tissimo Amati.„ Biondi, Disc. cit., pag. 15.]

IN MORTE DI GERONIMO NOSTRO.

     O Santi-petti, o primi arcadi eroi,
D’ogni savere e gentilezza ostello,
In cui lodiam quanto di raro e bello
Formar seppe Natura e prima e poi:
     Spenta è la luce che mostrava a noi
Carità benedetta di fratello
Sulla omerica fronte, ove il suggello
Fu di spregio d’ognun fuorchè di voi.
     Levate alto gli omei, le genitali
Blandizie vostre, e i modi lusinghieri
Onde fra voi vi divolgate uguali.
E come già rendeste allo Alighieri,
     Date suffragio a lui di Parentali
Fra il pianto, i rosolacci ed i bicchieri.