Vai al contenuto

Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/147

Da Wikisource.

Sonetti del 1838 137

ER GIURAMENTO.

     Questo no: in ne l’esami er giuramento
Se1 dà a li tistimoni: er reo2 nun giura.
Io nun ho mmai ggiurato; e sta’ ssicura
Che de proscessi ho ggià spallato3 er cento.

     Quer mette4 un pover’omo in ner cimento
De dì5 ’na verità ccontro natura
Sarìa ’na sscelleraggine addrittura,
Peggio che ssi jje dàssino6 er tormento.

     Si ppoi7 un proscessante der governo
Protennessi8 incastramme la cusscenza
Tramezzo de la forca e dde l’inferno;

     Tra cquer po’ de pappina9 e sto ssciroppo,
Io bbaderìa più ppresto10 a la sentenza
Che vviè11 pprima, ch’a cquella che vviè ddoppo.

24 gennaio 1838.

  1. Si.
  2. [Invece di imputato, dicono sempre reo.]
  3. [Sballato, superato.]
  4. Quel mettere.
  5. Di dire.
  6. Se gli dassero.
  7. Se poi.
  8. Pretendesse.
  9. [Pappina, propriamente, è “un gelato molto ordinario, che si va venendo per le strade.„ E significa anche “colpo, battitura.„]
  10. Piuttosto.
  11. Che viene.