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Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/76

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66 Sonetti del 1837


LI DILETTANTI DEL LOTTO

2.

     Ch’hai ggiucato? — Ottantuno pe’ ssiconno.1
Bbono: me piasce. Io sce ll’ho ddrent’a un terno
E a ’n ambo; e pprima che ffinischi inverno,
Nun c’è ccaso, ha da usscì, ccascassi er monno.2

     La figura de nove,3 sor Rimonno,
Ha da fà st’anno sospirà er Governo.
Vedi ch’er ventisette lo chiudérno4
Pe’ Ffiorenza, e ppe’ Rroma l’arivònno?5

     Te sbajji,6 Checco7 mio: quello è er zimpatico
De l’antr’anno: pe cquesto è er discidotto.
De ste regole cqui ssei poco pratico. —

     Bbe’, è ffigura de nove quello puro.8
E in tutta la seguenza, o ssopra o ssotto,
Pe’ ssei mesi sc’è er nummero sicuro.

25 febbraio 1837.


  1. Per secondo estratto.
  2. Cascasse il mondo.
  3. [Cioè: “i numeri esattamente divisibili per nove.„ E così figura di uno, di due ecc. Locuzioni cabalistiche da aggiungere ai vocabolari.]
  4. Lo chiusero. Quando le poste raccolte sopra un numero, o un ambo, o un terno qualunque, ecc., superano una certa mèta prestabilita, il di più vien restituito ai giuocatori, annullandone i giuochi; e allora dicesi esser chiuso il numero, ecc.
  5. Lo rivogliono.
  6. Ti sbagli, per “sbagli.„
  7. Francesco.
  8. Pure.