Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/331

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Er còllera mòribbus 321


15.

     Ce sò1 arfine arrivati finarmente
A ffà ttutte l’usanze a la francese.
Nun z’ha da seppellì ppiù nne le cchiese
La carne bbattezzata de la ggente!

     Antro che mmo2 sta Pulizzia fetente
S’è accorta che pproggiudica3 ar paese?
E ddar tempo d’Adamo all’antro mese,4
Cosa j’aveva fatto? un accidente?

     Vedé bbuttà li poveri cristiani,
Li nostri padri, le nostre crature5
Ner campaccio, per dio, come li cani!

     Pe’ la moda e le su’ caricature,
S’ha da mette6 la lègge a li Romani
De spregà ttante bbelle sepporture!

21 agosto 1835


  1. Ci sono.
  2. Altro che ora, solamente adesso.
  3. [Pregiudica], arreca pregiudizio.
  4. È circa un mese che il terrore del cholera ha fatto finalmente riconoscere il reo pregiudizio, per cui la inumazione nei cimiteri si riguardava come una empia profanazione. [Il 3 settembre 1835, fu dal Cardinal Vicario Odescalchi solennemente benedetto il Camposanto di S. Lorenzo, che si era cominciato a costruire sotto il Governo francese, ed era rimasto interrotto dopo la restaurazione pontificia. Cfr. il sonetto: Er Cimiterio ecc., 6 sett. 35.]
  5. Creature.
  6. S’ha da mettere.