Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/335

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Er còllera mòribbus 325


19.

     Sapete? er fijjo de monzù Bbojetto1
Ha scuperto che un po’ de corallina
È la vera e fficaccia2 mediscina
Pe’ gguarì sto fraggello bbenedetto.

     Ma gguarda un po’ cchi cce l’avessi detto!
Che cquello che cce dàveno in cuscina
Co’ la pappa coll’ojjo la matina
Fussi3 bbono da fà ttutto st’affetto!4

     Eh! a ccolazzione n’ho mmaggnata tanta
Ne le pizzette fritte io da cratura!
E ppe’ li vermini è una mano santa.

     Dunque er collèra è un vermine addrittura.
Ebbè ssi mmo5 sto vermine sciagguanta,6
Nun annàmo7 ppiù un c.... in zepportura.

31 agosto 1835


  1. Monsieur Boyer fils de Nîmes. ["29 Agosto 1835. Oggi non si parla che della ricetta venuta, si dice, da Francia per telegrafo, di uno specifico ritrovato da un farmacista di Nimes, col quale pretende aver guariti 29 cholerici molto aggravati sopra 30, ed è la seguente: 1 oncia di Corallina tenuta [in] infusione per 24 ore in 4 Oncie d'Acqua e passata per panno Due Oncie d'Olio d'Oliva sopraffino-1/2 Oncia di Agro di limone due cucchiari di Zucchero fino Due d.º di acqua di Fior d'Aranci.„ Così il principe A. Chigi, nel cit. Diario inedito. E il Diario di Roma, dello stesso giorno 29 agosto e del 2 settembre, dice che il Boyer era farmacista a Marsiglia, e che una staffetta aveva portato a Nimes la sua ricetta.]
  2. È la vera ed efficace.
  3. Fosse.
  4. Questo effetto.
  5. Se ora.
  6. Ci agguanta, ci afferra.
  7. Non andiamo.