Pagina:Sopra i presenti motti di guerra in Friuli.djvu/27

Da Wikisource.

altri quello, che intendevano di fare. E dove si lesse, ò intese giamai, che à Corsari, ne à ladroni si intimasse la guerra? la Republica Romana, che mandò Pompeo contra Corsari, che con tante navi infestavano il mediterraneo non intimò già la guerra, il simigliante fece contra Marcantonio dechiarandolo ladrone, et ciò fece con gran giustizia, perche questi tali, come nimici del genere humano sono diffidati da tutti le leggi, ne anno il ius belli.

A queste raggioni, che tanto basterebbono, si aggiunge, che quando le risse vano multiplicando, eziandio contra coloro, che avessero il Ius belli, et vannosi di ogni giorno in giorno accrescendo le forze et secondo le occasioni si combatte quasi à giusta giornata, come nel caso nostro non è di mestieri di far altra intimazione. Quia come dice la regola di ragione, Factum ius notar, è come dicono i Giuriconsulti, Dies solvendi, vel aliquid agendi interpellat pro homine.

E che maggior intimazione può farsi, quanto l'aver tanti anni sono, tenuto armate tre Galere contra di loro, et con Proveditore, che che per tale effetto è denominato Capitano contra Uscocchi.

Frivole dunque sono tutte le cose opposte et per quanto io credo, et credo non ingannarmi, ottimamente risolse, e quando pur gli oppositori non si aquietassero à tante ragioni, et a tante dimostrazioni, daranno indizio ò di essere di natura di Uscochi, piu ferini che umani, overo d'intelletto poco ragionevole ò almeno sofistico nel qual caso, se pure staranno fissi nelle loro albagie, sarà l'orgoglio de gli Uscocchi con l'aiuto Divino non meno rintuzzato con l'armi di quello, che replicando gli oppositori con nuovi sofismi rimaneranno confusi con la penna.