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portare autorità di testi. Pensiamo soltanto che dentro Dite vi è una lussuria peggiore che si chiama Soddoma, un’avarizia peggiore, che si chiama usura e simonia e ladroneccio e falsità, e con tanti altri nomi; e una prodigalità peggiore, che si chiama biscazzare e fondere la sua facoltà, e vai dicendo e come vedremo meglio. Che è ciò? È l’incontinenza che diventa malizia.

Or Dante, col gettito della corda, ha voluto esprimere questo vulgato concetto: che gl’incontinenti si fanno facilmente rei di malizia. Mi pare ineccepibile. Di lassù alcuno gitta la corda, cioè rinunzia a contenere le passioni dell’animo irascibile e concupiscibile. Mostra non di essere soltanto incontinente in questa o quella occasione; ma di non volere essere più in alcuna. Sfrena e discioglie l’appetito per sempre. E Gerione va su: come nel primo uomo, così in ogni uomo la corruzione della carne porta alla corruzione dello spirito.1 Nella carne è la fame ed è il veleno.2

E dunque Dante dice che chi sfrena l’appetito, generalmente si rende reo di peccati più gravi che di semplice incontinenza. Chi rinunzia a prendere la

  1. Questo concetto è espresso nelle cornici superiori del purgatorio in cui gli esempi sono di mali peggiori procacciati da minori.
  2. Ambr. in Aug. Op. imp. contra Iul. Pel. I 71: «la carne, prima che infettata dal veleno del pestifero serpente, apprendesse quella sacrilega fame...». Già avvertii che la mala volontà (il veleno) fu prima, la fame (del pomo; figuratamente la concupiscenza) fu dopo. Per altro i padri e i dottori non sono d’accordo. A ogni modo senza la corruzione della concupiscenza, il peccato non avrebbe avuto luogo.
    La soave Suor Agnese, sorella delle mie sorelle, che prega per me, diceva: La cintura? Quando l’abbiamo alla vita, il diavolo ha paura e sta lontano e non ci tenta. Guai se la lasciamo! Subito si avvicina.
    Mi perdona il lettore questo ricordo?