Pagina:Sotto il velame.djvu/373

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l’altro viaggio 351

è gonfiezza. “Tutti quelli cui l’animo malvagio e truce solleva sui pensieri proprii dell’uomo, credono di spirare un che d’alto e di subblime: del resto non c’è nulla di saldo sotto, ed è inchino a rovinare ciò che crebbe senza fondamento. L’ira non ha dove fondarsi... È ventosa e vana...„1 E aggiunge, come ho già riferito: “C’è una grande differenza tra un animo sublime e uno superbo„. È chiaro come Virgilio possa chiamar “superbia„ quella di Capaneo, anche a non ammettere che Dante usi oltre le mura di Dite questa parola a indicare l’aversio da Dio che è in tutti e tre i cerchietti e non è nei cerchi dell’incontinenza, che men Dio offende; salvo che già un poco si mostra nello Stige, dove è la preparazione alla malizia o ingiustizia; l’aversio da Dio o il peccato generale che si scinde in tre e poi si spicciola in molti.

S’intende, dunque, meglio che quella di Capaneo sia ira (ira superba se si vuole) di quello che sia violenza, se il suo peccato ha da assomigliare a quelli degli altri due gironi. La cosa è più chiara se ragioniamo anche degli altri peccatori contro le cose di Dio, natura ed arte. Come violenti, al mo’ di Capaneo, oltre i sodomiti, gli usurieri? Bestiali sono i sodomiti (Dante lo imparava dal filosofo), come i sanguinari: ma perchè bestiali anche gli usurieri? Violenti siano questi ultimi perchè forzarono il danaro a fruttare senza lavoro: violenti forse anche gli altri, perchè forzarono la natura a dare quel che non può e non deve? No: la malizia del loro abito o atto è nel proposito d’impedire la generazione; e non di averla,

  1. De ira I 20, 1 e 2.