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l'altro viaggio 367

siero di apostasia generale e speciale, ossia di superbia; abbiamo anche in Malebolge un peccatore, istessamente umano e istessamente espressivo? Pare: Caifas, il crocifisso in terra. Già, è crocifisso, e così bene esprime l’invidia che mira a terra, e viene ad assomigliarsi al Perverso costretto da tutti i pesi del mondo. Ed è poi in così vil condizione, perchè1

               consigliò i Farisei che convenia
               porre un uom per lo popolo ai martiri.

Per quanto pravo consigliere, non è tra i pravi consiglieri, ma tra quelli che sotto l’aspetto di santità mascherano la loro invidia. Chè invidia era. Lo dice la parola: un uomo. L’invidia del primo superbo fu cagione di tutti i mali al genere umano. La superbia sua fu contro Dio, l’invidia contro gli uomini. E così l’invidia è verso i pari, come la superbia verso i superiori. Il che dichiara Dante, dicendo, che il superbo spera eccellenza e l’invido teme che altri sormonti; l’uno vuol primeggiare, l’altro non vuole che altri primeggi:2 l’uno vuol salire sugli altri, l’altro vuole agli altri detrarre. Ora Caifas sarebbe reo come Giuda se non fosse che per Giuda l’uomo era Dio, e per Caifas il Dio era uomo. Solo per questo egli fu invido; come l’altro fu superbo.


VIII.


Ma insomma, sono superbi i peccatori della gelata e invidi quelli delle bolgie?

  1. Inf. XXIII 116 segg.
  2. Purg. XVII 115 segg.