Invero Caino fu fideicida,1 cioè uccise il vincolo di amore e di fede speciale. “Non meraviglia se Caino insorse contro il fratello, se prima aveva ucciso la sua fede„; “morte della fede è la separazione della carità (amore)„; “tu confessi che Dio è, ma coi fatti lo neghi„; “la carità animi la fede, l’azione provi la fede„. Caino è dunque un apostata come è apostata Giuda; è fideicida prima che fratricida, e perciò dà il nome a una circuizione della ghiaccia, nell’inferno, ed è esempio d’invidia, nel purgatorio. Ora non è apostasia, oltre che di Giuda e di Caino, di tutti i peccatori che sono sotto Lucifero? Essi uccisero l’amore di che si crea la fede speciale, che è quanto dire la carità che anima e dà vita alla fede. Ma “speziale„, si dirà. Ebbene codesta fede speziale qual è? Quella, dalla Caina in fuori, che è nella patria, negli ospiti, nei benefattori, come tutti, presso a poco, dicono. Ebbene Dante dice che chi rompe il vincolo d’amore da che si crea la fede speciale che è della patria, degli ospiti, dei benefattori verso noi, offende direttamente Dio; come Giuda, al quale gli Antenorei assomigliano per patire il calcagno che Giuda levò, al quale coloro di Tolomea assomigliano per ruinare in inferno dopo la buccella intinta, al quale coloro di Giudecca non c’è bisogno di dire che assomigliano. Ma occorre ricordare che quelli di Caina temono quel calcagno che quelli di Antenora hanno nelle gote. Dunque tutti costoro, sebbene i Cainiti meno, apostatarono da Dio, ossia disertarono la fede propriamente detta nel tempo stesso e col fatto stesso che uccisero quel
- ↑ D. Bern. Sup. Cant. Sermo 25.