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62 sotto il velame

di desiderio senza speranza, di questo, pur senza martirii, ma duolo, di queste tenebre?

La loro volontà peccò; peccò sì quella d’uno stato avanti il cristianesimo, sì d’un parvolo innocente. Il loro difetto non fu involontario. Questa è dottrina sì di tutti i filosofi cristiani e sì di Dante. Tutta la discendenza umana peccò in Adamo; e Adamo peccò liberamente e volontariamente. “Vostra natura„ afferma Beatrice1 “peccò tota nel seme suo„. E il suo seme peccò2

               per non soffrire alla virtù che vuole
               freno a suo prode;

e

               dannando sè, dannò tutta sua prole.

Ciò che dalla divina bontà, senza mezzo, piove3, è tutto libero: solo il peccato toglie questa libertà. E il volere d’ogni uomo sarebbe libero, se non fosse il peccato ad incepparlo, e il volere d’un bambino appena nato sarebbe libero, se non fosse asservito dal peccato ch’egli trae seco dall’origine sua. E quelli che furono avanti il cristianesimo, avrebbero anch’essi avuta questa libertà di volere e perciò il modo di meritare. Dante ne porge un luminoso esempio in Rifeo troiano.4

               Chi crederebbe giù nel mondo errante,
               che Rifeo Troaino in questo tondo
               fosse la quinta delle luci sante?

  1. Par. VII 85 seg.
  2. ib. 25 segg.
  3. ib. 64 segg.
  4. Par. XX 67 e segg.