etade ferrigna, e lutosa, ed argillosa, avendo posti
li popoli in ruota ed in certa vertigine e precipizio,
dopo che l’ha sullevati in superbia ed amor di novità,
e libidine de l’onore e gloria d’un particolare.
Quello che in sustanza non dissimile a tutti, e tal
volta in dignitade e merito è intimo a que’ medesimi,
con sua malignicele è stato forse superiore a
molli, e però viene ad essere in potestà di evertere
le leggi de la natura, di far legge la sua libidine,
a cui servano mille querele, mille orgogli, mille ingegni,
mille sollecitudini, mille di ciascuno de gli
altri compagni, con li quali così boriosa è passata
avanti la fatica; senza gli altri, che sotto le vesti di
que’ medesimi coperti ed occolti, non son apertamente
giti, come l’astuzia, la vanagloria, il dispregio
d’altri la violenza, la malizia, la fizionc, e li seguaci
loro, che non son passati per la presenza vostra; quai
sono oppressione, usurpazione, dolore, tormento, timore
e morte, li quali son gli esecutori e vendicacalori,
mai del quielo ozio, ma sempre de la sollecita
e curiosa industria, lavoro, diligenza, fatica, e
così di tanti altri nomi, di quanti, per meno essere
conosciuta, sè intitula, e per quali più tosto si viene
ad occoltare, che a farsi sapere. Tutti lodano la bella
eia de l’oro, ne la quale facevo gli animi quieti e
tranquilli, assoluti da questa vostra virtuosa dea, a li
cui corpi bastava il condimento de la fame a far più
più suave e lodevol pasto le ghiande, li pomi, le
castagne, le p ersiche e le radici, che la benigna natura
amministrava, quando con tal nutrimento meglio
li nutriva, più li accarezzava, e per più tempo
li manteneva in vita, che non possono far giammai
tasti altri artificiosi condimenti, ch’ha ritrovati l’industria
ed il studio, ministri di costei; li quali, in