Pagina:Spaccio de la bestia trionfante 1863.djvu/28

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12 de la bestia trionfante

donando la sua architettura, cagiona la rovina de l’edificio, dissolvendo i contrari elementi, rompendo la lega, togliendo la ipostatica composizione, per non poter eternamente coi medesimi temperamenti, perpetuando le medesime fila, e conservando quegli ordini stessi, annidarsi in un medesimo composto: però da le parti esterne e membra facendo la ristretta al core, e quasi riaccogliendo gl’insensibili stromenti ed ordegni, mostra apertamente, che per la medesima porta esce, per cui gli convenne una volta entrare. Sa Giove, che non è verisimile, nè possibile, che, se la materia corporale, la quale è componibile, divisibile, maneggiabile, contrattabile, formabile, mobile, e consistente sotto il dominio, imperio e virtù de l’anima, non è annicchilabile, non è in punto o atomo annullabile; per il contrario la natura più eccellente, che impera, governa, presiede, muove, vivifica, invegeta, insensua, mantiene e contiene, sia di condizion peggiore, sia, dico, come vogliono certi stolti, sotto nome di filosofi, un atto, che risulta da l’armonia, simmetria, complessione, ed in fine un accidente, che per la dissoluzione del composto vada in nulla insieme con la composizione, più tosto che principio e causa intrinseca di armonia, complessione e simmetria, che da esso deriva, il quale non meno può sussistere senza il corpo, che il corpo, che è da lui mosso, governato, e per sua presenza unito, e per sua assenza disperso, può essere senza lui. Questo principio dunque stima Giove esser quella sostanza, ch'è veramente l’uomo, e non accidente, che deriva da la composizione. Questo è il nume, l’eroe, il demonio, il dio particolare, l’intelligenza, in cui, da cui, e per cui come vengon formate e si formano diverse complessioni e corpi, così viene a