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capo secondo 115   

que’ Barbari, a titolo di donativo, un annuo tributo. Il secolo nono si apriva con una nuova dinastia saracina. (An. di Cr. 800). Abramo Aglab fondava un nuovo stato indipendente nell’Affrica cartaginese e tripolitana; e Cairovano, città nel regno di Tunisi presso l’antica Cirene, n’era creata capitale. Questa sua dinastia prese nome degli Aglabiti. In questo stesso anno papa Leone IV in San Pietro ornava della corona imperiale Carlo Magno, il quale, dopo circa quattrocento ottant’anni riconduceva in Occidente l’imperial maestà, ch’erasene dipartita con Costantino.

II. E ne’ principii di questo secolo nono dovevano i Saracini ritornar in Sicilia, ed assodarvi la loro signoria. (An. di Cr. 821). Era imperatore di Costantinopoli Michele II, pretore di Sicilia Fotino Gregora, patrizio di Messina Eufemio. Eufemio, amando perdutamente Omoniza bellissima giovanetta che si era consecrata a Dio, tanto di se la invaghì, che ebbela alle sue voglie, e ne conobbe gli ultimi termini di amore. Del qual sacrilegio si fece un gran dire, ed Eufemio minacciato nella vita dagli offesi fratelli della fanciulla, e proseguito dalla giustizia, si tolse di Messina, e cercò rifugio nell’Affrica. (An. di Cr. 828). Recatosi a Cairovano, si appresentò al califfo Allà, figlio di Aglab, e gli espose quanto fosse facil cosa a’ Saracini levar la Sicilia a’ Bizantini, già divenuti corrottissimi ed odiatissimi oppressori. Allà, a cui l’impresa di Sicilia stava già nell’animo da gran pezza, accolse lietamente la proposta di Eufemio, e fatto appresto di potente armata con numerosa fanteria, diede l’assunto dell’espedizione al prode Benalfera. Partì questi per Sicilia con quarantamila Saracini, e navigando per il Capo Lilibeo, sbarcò in Selinunte, la quale prima fra le città dell’isola provò la feroce possa del Barbaro. Andò ivi all’incontro de’ Saracini Eufemio colle sue genti, e loro congiuntosi procedettero insieme all’oppugnazione di molte città dell’isola. Lilibeo fu pure espugnato, e tanto piacque a’ Saracini, che gli mutarono il nome in Marsala (Mars-Allah) che vale Porto di Dio. Ma Eufemio però non godette a lungo il frutto della sua tradigione; poichè quando meno di ciò si guardava, fu scannato nelle vicinanze di Siracusa da’ fratelli della messinese Omoniza.

I Saracini intanto, vincendo ogni ostacolo che si tramezzasse al loro impeto, vennero in poco tempo signori delle principali città del litorale siciliano. Occuparono Messina, (An. di Cr. 831), cacciandone Teodato che n’era Strategò, presero Lipari, ed a mano a mano passando da una ad altra vittoria, misero l’assedio a Palermo sede del Pretore di Sicilia; e la ottennero. Dopo la perdita di Palermo