Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/166

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capo quinto 141   

ma vi passaron poi per sorpresa: e dopo un sanguinoso combattimento, Messina venne sotto Ruggiero.

Nella state Roberto sciolse da Reggio colla sua flotta, e facendo finta di governar le prue verso Malta, improvviso piegò per Catania; e vi scese. Donde, unite le sue armi a quelle di Ruggiero, andò sopra Palermo. E mentre tutti e due con una fiorita truppa di Pugliesi, Calabresi, e Greci l’assediavano da terra, la sua armata la stringeva dal mare. Dopo cinque mesi di assedio Palermo si arrese a’ Normanni (1072): e Roberto lasciando a Ruggiero il dominio di quanto paese acquisterebbe in Sicilia, ritenne per se Palermo, o come altri vuole la metà di tal città, di quella di Messina, e del Valdemone. Poi riedificate le mura di Palermo, ritornò a Reggio, donde fece via per la Puglia.

II. Ruggiero fu costituito Conte di Sicilia, e papa Urbano II gli conferì i diritti di Legato Apostolico; e per i suoi possedimenti nella vicina terraferma fu detto altresì Conte di Calabria. Ma i Bizantini non lasciavano in Calabria tranquilli i Normanni. Non potendo gli Imperatori d’Oriente portare in pace che fosse spiccata dalla loro dipendenza l’ultima provincia meridionale che loro restava in Italia, si erano messi al fermo di fare che il popolo calabrese levassesi a tumulto contro i nuovi signori. Roberto pertanto, a schiantare il male dalla radice, deliberò di tramutar la guerra dall’Italia in Oriente sotto le mura stesse di Costantinopoli. Ed andatovi animoso combattè co’ Bizantini presso Corfù (1081), e conseguì una segnalata vittoria; ma incorso quivi in un morbo contagioso e di malvagia indole, quivi morì. Egli prima di partire per l’Oriente aveva in pien popolo chiamato a succedergli ne’ suoi Stati il secondogenito Ruggiero, partoritogli da Sigelgaita. Ma dopo la sua morte, Boemondo, che gli era nato dalla prima moglie Alberada, pretese anch’egli al dominio de’ Ducati di Calabria e di Puglia. Queste regioni allora furono travolte in gravi rimescolamenti civili dalle gare insorte tra i due fratelli, e dal continuo soffiarvi che faceano i principali tra la gente normanna, desiderosi di scuotere il giogo della signoria ducale. Ciascuno di essi fratelli in questo mezzo si adoperava in ogni maniera di tirar dalla sua quanti aderenti più potesse. Ma l’intervento del Conte di Sicilia Ruggiero, loro zio (1085), il quale aveva promesso a Roberto di dare spalla e soccorso al giovine Ruggiero, ove Boemondo volesse far contrasto alla successione, valse a farlo riconoscere in Duca di Puglia e di Calabria. E per tanto ausilio il nipote, ad argomento di gratitudine, cedette allo zio l’altra metà di tutte quelle terre e castella, che il Duca suo padre aveva tenute