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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/255

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   230 libro quinto

nelle cause civili e criminali, non fossero obbligate a comparire in giudizio personalmente, ma per procuratore.

8.° Che la città non fosse obbligata ad altro pagamento ordinario o straordinario fuori delle annuali collette da pagarsi in tre quote, al Natale, alla Pasqua, ed in agosto; e che i cittadini potessero impunemente ricalcitrare a qualunque ordine in contrario.

CAPO QUARTO

(Dall’anno 1447 al 1465.)

I. Alfonso muore, e gli succede il figliuolo Ferdinando. I Baroni del Regno offrono lo Stalo a Giovanni d’Angiò. Commovimenti alla sua entraia. II. In Reggio si fanno nuove fortificazioni. Rivoluzione in Calabria contro Ferdinando. Tutti i paesi attorno a Reggio cadono in poter degli Angioini; ma questa città resta salda all’obbedienza dell’Aragonese. Fatti d’armi tra Aragonesi ed Angioini. III. Contrasti tra Berlingieri Malda ed il conte Antonio Cardooa. I Reggini si ribellano alla potestà del Conte, e mandano a re Ferdinando i Sindaci Nicola Gerìa e Giacomo Foti. IV. Reggio è rintegrata nel regio demanio. È dichiarata da Ferdinando Capo e Madre delle città di Calabria. Nuovi privilegi della città. V. Fazioni guerresche tra Angioini ed Aragonesi. Gli Angioioi si fortificano in Santagata. Viene contro di loro Alfonso Duca di Calabria. Espugna parecchie terre; ma Santagata, difesa da Giovanni Battista Grimaldi, resiste. Il Duca di Calabria in Reggio. Il Malda cede il castello di Reggio. VI. Traversie del partito aogioino. Giovanni d’Angiò esce del Regno. Giovanni Ballista Grimaldi consegna Santagata ad Alfonso. Tulio il regno è sotto re Ferdinando. Condizione di Reggio, e favori concessile dal re. Mottai Russa e Motta Anomeri sono atterrate.


I. Ad Alfonso, passato di vita nel 1458, successe il suo figliuolo Ferdinando. Ma tuttochè questi fosse già abilitato alla successione e dall’adozione paterna e da’ papi Eugenio IV e Nicolò V, nondimeno non volle riconoscerlo Calisto III, e dichiarò il reame di Napoli devoluto alla Sede pontificia. Ma per buona fortuna del nuovo re, Calisto non visse che pochi mesi, ed il nuovo pontefice Pio II confermò a Ferdinando la successione paterna.

Sotto l’incipiente regno di Ferdinando cominciarono a ripullulare le vecchie discordie; e tutti que’ Baroni che erano male affetti alla casa d’Aragona, massime il principe di Rossano, il duca di Atri, il principe di Taranto, ed il marchese di Cotrone Antonio Centeglia si ristrinsero per operare contro il nuovo Sovrano (1458). Il quale a schivare il commovimento che poteva succedere, cercò ammorbidir l’animo de’ più principali, rimettendo nel possesso delle loro castella il principe di Taranto ed il marchese di Cotrone. Ma costoro avevan già preso partito, e mandarono ad offrire il Regno a Giovanni