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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/275

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   250 libro quinto

nobiltà del paese, ma dandosi buon tempo co’ suoi ufiìziali, viveva disappensato, ed invescato in cose inettissime; e lasciava luogo larghissimo all’arroganza de’ suoi. Quindi il subito amore de’ Napolitani pel suo governo si mutò ad un tratto in fiero odio; e cominciando a pentirsi dell’essersi alienati dalla casa d’Aragona, a questa tornarono tutti i lor pensieri.

IV. Mentre queste cose accadevano in Napoli, re Ferdinando non si stava in Sicilia ozioso. Egli aveva già mandiati i suoi messaggi nella Spagna a cercare ajuti al suo parente Ferdinando il Cattolico. E questi, a cui andava a sangue l’intromettersi nelle cose del Regno, non volle trascurarne la propizia occasione. Si mostrò assai arrendevole alla richiesta del re Ferdinando, e fu sollecito di spedire in Sicilia con sufficiente armata Consalvo Ernandez da Cordova, detto il gran capitano; il quale giunse in Messina, ov’era atteso con gran desiderio.

Reggio stava allora in potestà de’ Francesi; ma Ferdinando teneva attiva intelligenza con un grosso e prevalente partito di que’ cittadini, affinchè stesse pronto ad operare al tempo opportuno. Reggio, come apparisce dalle narrate storie, non si piegò mai volontaria al dominio angioino, ma si mostrò sempre più inclinevole verso la casa d’Aragona. Quando gli Spagnuoli pervennero in Messina, Ferdinando fece segretamente avvertiti i suoi aderenti di Reggio che il momento di mostrare il loro amore per lui non era lontano; stessero quindi sull’avviso.

Consalvo concertata ogni cosa con Ferdinando, mosse dal porto di Messina per Reggio (1495) con settecento cavalli, e cinquemila fanti tra spagnuoli e siciliani; ed il re medesimo l’accompagnò. Subito che preser terra le sue genti, si diedero a piantar le artiglierie per batter la città; ma i Reggini, tra perchè il presidio francese era poco, e perchè volevano scoprire a tempo l’affezion loro verso il re Ferdinando, apersero improvvisamente una porta agli Spagnuoli. Ed i Francesi, che ciò non si aspettavano, si ritirarono con celerità nel castello. Questo dopo tre giorni fu assaltato formalmente dagli Spagnuoli; ma que’ di dentro con molta bravura si difendevano, e davano opera a fortificarsi con nuovi ripari. Durante la cui costruzione vi erano state pratiche della dedizione del castello; ma questo facevano i Francesi per tenere in pastura i nemici, e prender tempo a finir le nuove opere di difesa. Ed in effetto non vollero più sentirne d’arrendersi; anzi scaricate all’improvviso le artiglierie, mentre le pratiche non erano ancor licenziate, furono uccisi parecchi soldati spagnuoli, che incauti si erano avvicinati troppo alla rocca.