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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/282

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capo primo 257   

Terranova. Alla stessa volta si affrettava ad un tempo l’Aubigny, ma fu prevenuto dallo Spagnuolo Alverado, ed allora si piegò al castello di San Giovanni, poco lungi da Seminara, dove sette anni innanzi aveva sconfitto Ferdinando II, e Consalvo. La rimembranza della passata vittoria, e della recente riportata nelle non lontane campagne di Terranova, diedero tanta sicurtà all’Aubigny di una terza vittoria, che sebbene le sue forze fossero assai minori di quelle degli Spagnuoli, volle contuttociò far battaglia su que’ campi già due volte fatali a’ nemici. Sfidò dunque a giornata gli Spagnuoli non senza proverbiarli di poco valore, e di lasciarsi facilmente vincere. Ciò mise nel loro animo un dispetto rabbioso, ed un ardore grandissimo di venir al cozzo delle armi. Francesi e Spagnuoli si diedero di petto ciechi di stizza, e prendendosi alla spada, si mescolarono insieme. Ognuno credeva sua la vittoria, nessuno cedeva, nessuno acquistava del campo. Ma quando il Carvajale con espedito consiglio, menato intorno il sinistro corno, e passato il fiume, entrò alle spalle della prima ordinanza de’ nemici, venne in loro tanto spavento che la squadra dell’Aubigny si sconcertò e disordinò, ed egli stesso si diede alla fuga. In un medesimo la cavalleria del Carvajale tagliava la seconda e terza squadra composte di Calabresi, e comandate da due Sanseverini Alfonso ed Onorato. Talchè nello spazio di mezz’ora fu passata a fil di spada quasi tutta la fanteria Francese, e conseguita una vittoria piuttosto singolare che rara. I due Sanseverini rimasero in poter de’ vincitori, e l’Aubigny non dovette il suo scampo che al coraggio risoluto di uno squadrone di Scozzesi, che servivano nell’esercito di Francia. Dopo ciò costui, senza mai fermarsi, corse fino a Gioja; ma dettogli ivi che la cavalleria Spagnuola gli era alle peste, uscì di Gioja occultamente, e camminando col favor della notte si ritirò nella rocca d’Angitola; dolendosi a morte della nemica fortuna, che l’avesse finalmente abbandonato al maggior uopo.

IV. Nel giorno appresso i capitani spagnuoli Valentino da Benavida, il Carvajale, l’Alverado, ed il Leiva, senza punto allentare la celerità loro, fecero massa all’Angitola, e presa agevolmente quella terra, posero l’assedio al castello ove s’era chioso l’Aubigny. E poco stante vi giungeva ancora l’Andrada colle sue schiere, e si accingeva a battere il castello vigorosamente per espugnarlo. Ma in questo mezzo vennero al campo spagnuolo lettere di Consalvo, che annunziavano la battaglia da lui data alla Cerignola sopra i Francesi, e la morte del Duca di Nemours. Quando l’Aubigny ebbe certezza di tanta sconfitta, cedette la rocca agli Spagnuoli, e si rese loro prigioniero; con patto però che tutti gli altri Francesi fossero liberi. Ma