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   24 libro primo

CAPO QUARTO

(Dall’Olimp. XCII alla XCVIII. 2.)

I. Dionisio, tiranno di Siracusa. La Repubblica di Reggio gli muove guerra. II. A’ Reggini si congiungono i Messenii contro Dionisio. III. Dionisio chiede a’ Reggini per moglie una loro concittadina, e gli è negata. Contrae nozze colla locrese Doride. IV. Si adopera a cacciar di Sicilia i Cartaginesi. Occupa Messena. 1 Reggini temano di contrastargliene il possesso; ma invano. V. Assalta Reggio, ma n’è ributtato. Tregua tra i Reggini e Dionisio. Lega degl’Italioti contro di lui. VI. Dionisio ritorna contro Reggio, battaglia dell’Artemisio. VII. Pugna tra i Lucani ed i Turii. VIII. Dionisio va contro Caulonia. IX. Raltaglia dell’Elleporo. Dionisio affatica i Reggini. X. Espugna Ipponio; rinnova le ostilità contro Reggio; la quale si appresta ad una vigorosa resistenza. Eccidio di Reggio. Morte tragica di Pilone.


I. Quando nessuno pensava, che in Siracusa potesse correre alcun risico la pubblica libertà, (Olimp. 93, 4. av. Cr. 405.) un suo privato, e ricco cittadino, recando a propria utilità la confidenza in lui collocata dai suoi compatrioti, ridusse la patria in servitù, e se ne fece tiranno. Questi era Dionisio, la cui malvagia potenza quanto abbia sbigottito le libere città di Sicilia e della Magna Grecia, è assai manifesto. Ma Reggio, come vedremo, fra tutte le repubbliche degl’Italioti è stata principalmente posta segno ai colpi del tiranno di Siracusa, a cui però contrastette lungamente con indomito coraggio.

Accortisi i Siracusani che Dionisio, il quale sopra ogni civil costume viveva già a uso di principe, studiava ogni via di mutar in tirannide lo stato, ordirono parecchie congiure a torgli la vita. Ma i loro tentativi, tornati sempre infruttuosi, non valsero che ad affrettare la perdita della loro libertà, ed a consolidare nelle mani di lui la temuta signoria. Contro il quale furono i Siracusani appoggiati da varii popoli di Sicilia, e massime da’ Messeni. Nè i Reggini, che per la loro prossimità e comunanza di origine erano affratellati co’ Messeni, negarono i loro ajuti a’ Siracusani. Queste due repubbliche di Reggio e di Messena spedirono non meno di ottanta triremi in ausilio de’ Siracusani, ed a repressione di un ambizioso cittadino, che minacciava le comuni libertà.

Dionisio fu condotto a tali angustie che si teneva spacciato, (Olimp. 95, 1. av. Cr. 400.)ma negli estremi cimenti avuta propizia la fortuna, non ebbe più ostacoli nella via del potere, e si usurpò di viva forza lo stato. E quando la sua potenza cresceva sem-