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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/122

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   112 libro ottavo

che domandavasi Regio Governatore e Giudice, e tale durò sino al 1785. A’ diciotto marzo dell’anno appresso un dispaccio sovrano destinava per la città di Reggio un Governatore politico e militare e redintegrava l’Assessore in uffizio appartato come prima del detto anno 1745. Di questa migliorata condizione del governo locale si dee render merito a Pietro Musitano, il quale con altri cittadini vi si adoperò a tutto potere appo il Re, che finalmente condiscese benigno alle iterate istanze. Questa notizia mosse i Reggini a prenderne festa straordinaria; e le grazie riferite a Dio ed al Sovrano furono publiche e solenni. Altro real dispaccio notificò all’Arcivescovo (1786) che al Governatore politico e militare di Reggio dovessero farsi in chiesa quegli onori medesimi, cui aveva diritto il Governator di Messina. Primo nostro Governatore politico e militare fu il maresciallo Girolamo de Gregorio, che prese possesso nello stesso anno 1786. Giuseppe Paragallo, che nel precedente anno era regio Governatore e Giudice, rimase Assessore.

Niun fatto da storia intervenne ne’ seguenti anni; solo abbiamo a dare qualche notizia delle gravezze fiscali. Sin dal 1753, per esecuzione di real rescritto concernente le gravezze fiscali di tutte le Provincie era stato imposto alla Università di Reggio e suoi casali l’annuo carico di ducati tredicimila seicento cinquantadue e grani cinquanta, de’ quali ducati seimila trentasette e grani cinquantuno per i fuochi della città agguagliati a quarantadue grani per ciascuno. Ma l’Università nostra oppose che in forza de’ suoi privilegi non doveva pagare che per fuochi seicento sessantasei e due terzi. Ed era vero; ma i suoi Sindaci o non seppero o non poterono farne la difesa come si richiedeva, e non esibirono al governo i documenti necessarii a giustificare la loro rimostranza ed a sostenere i diritti della città. Contuttociò l’Università reggina sutterfugì alla nuova gravezza, e pagò sempre giusta il suo privilegio sino all’anno 1790. Ma in questo vi fu costretta, nè valse più a sottrarnela alcun pretesto o differimento. Le fu conceduto solo, se avesse ragioni ad opporre, di farle valere al tribunale della Regia Camera, mediante legittimo procuratore. Ma la città non ne fe’ più nulla, perchè si persuase che doveva pagare, e che la ragione de’ suoi privilegi non sarebbe più valutata; quindi pagò.

VII. Ma già in Italia, e prima in Piemonte, (1791) cominciavano a saporirsi i bozzacchi dell’albero della scienza del male piantato nel vicino regno di Francia. Nello Sciablese il popolo già rumoreggiava, e la Savoia in generale si veniva sordamente agitando. In Torino la scolaresca si levò, e tenne perturbato il paese parecchi dì: già i semi della