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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/69

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capo primo 59

diretta sopra Messina prestavano grande ausilio le truppe che il Mazzeda faceva passarvi da Reggio, ov’erano spedite in gran copia da Napoli a tener luogo di riserba per le operazioni di Sicilia. Il principe Lobkovitz propugnò ostinatamente la cittadella sino al ventidue di febbrajo 1735; quando si trovò condotto a tali pessimi termini, che dovette calare agli accordi.

A proteggere le fazioni spagnuole nello Stretto, venne in Reggio al finir di giugno una squadra francese di dieci galee, comandata dal Duca di Orleans gran Priore di Malta. Alla quale altri due vascelli si aggiunsero a’ principii di luglio; ma ivi ad un mese si allontanò dalle nostre acque senza aver fatto cosa meritevole di storia. In ultimo, dopo tante guerresche vicissitudini firmaronsi in Vienna il tre ottobre i preliminari della pace tra Francia ed Austria: ed una delle condizioni cardinali fu che l’Infante Carlo ritener dovesse il regno delle Due Sicilie. A tali preliminari accedette la Spagna in novembre del 1736; e così questo regno restò senz’altro contrasto al Borbone.

Al principio del 1735 uno scompiglio non lieve attristava la città nostra. Era allora uno de’ suoi sindaci Ignazio Monsolino, il quale aveva posta ogni cura, perchè l’amministrazione del Comune fosse sbrattata di tutte quelle sordide venalità ed ingiustizie, che l’avevano fatta gravissima e spregevole al popolo. Onde nacque che mentre era amato e riverito da’ buoni, i quali vedevano ravviate al meglio le condizioni cittadine, era al contrario venuto in ira a quelli, che solevano impunemente tirare alle proprie borse la pubblica moneta, e fare i soprastanti ed i prepotenti. Al ventunesimo giorno del notato anno, mentre facevasi scandaglio di carne di porco, sorse alterazione tra esso sindaco, ed il gabelliere Musitano nella scalderia presso il Conservatorio delle Malmaritate. Ciò fece accorrere armati i parenti ed amici delle due famiglie, e venutosi dalle batoste a fatti di mano, il sindaco fu accoltellato e morto, e gravemente ferito Giuseppe, uno de’ suoi fratelli. Di che suscitossi per la città un gran subuglio; e fattasi grossa raunata di popolo, tutti ardevano di gittarsi a fare scempio de’ Musitani. I quali in quel mezzo, vedendosi a mal passo, si cercarono asilo nella vicina chiesa del Conservatorio; ed i loro aderenti, che non erano pochi, trovarono maniera alla fuga. Ma il governatore Ignazio Termini fece chiudere incontanente le porte della città, strappar di chiesa i fuggiti, e sostenere tutti i congiunti delle due parti, che avevano inasprita la rissa. Quindi i rei furon condotti in Napoli, e dannati a dieci anni di prigionia; dopo di che n’uscirono con obbligo di servir nell’esercito. Dell’uc-